Madonna del Carmine e lo scapolare che libera dalle pene del purgatorio
La leggenda vuole che sia stata la Vergine in persona ad assicurare una protezione a chi avesse indossato
di Antonio Tarallo
Lo Scapolare, o “Abitino”, è composto da due pezzi di stoffa marrone legati da cordicelle o nastri, che poggiano sulle spalle. Da questo, appunto, il termine “scapolare”, da scapole. Nato come parte dell’abbigliamento dei contadini e poi dei religiosi, era in pratica un grembiule usato per non sporcare l’abito. Ben presto, però per i Carmelitani, diventò il simbolo della protezione materna di Maria. Ma anche “il popolo di Dio” – quello dei semplici laici – col tempo desiderò di esserne rivestito per partecipare agli stessi privilegi. Nacquero così le confraternite del santo Scapolare.
Questa devozione, riconosciuta, approvata e incrementata da diversi Papi, ebbe una sorta di “ufficializzazione” con Papa Giovanni XXII (1316-1322). Fu lui a sottolinearne “la potenza” spirituale del famoso abitino, anche dopo la morte. La “leggenda” vuole che sia stata la Vergine in persona – in una apparizione al pontefice – ad assicurare una particolare protezione a chi avesse indossato lo scapolare. Sarebbe discesa nel purgatorio per portare in Paradiso, il sabato dopo la morte, chi fosse rivestito di questo Scapolare. Quest’ultima promessa, chiamata “privilegio Sabatino”, fece da allora invocare la Madonna del Carmine anche con il titolo “delle anime del Purgatorio”.
L’origine della festa. L’apparizione a San Simone Stock
La festa liturgica della Madonna del Carmelo fu istituita per commemorare l’apparizione della Madonna del 16 luglio 1251 a San Simone Stock, all’epoca priore generale dell’Ordine carmelitano. Fu proprio durante questo straordinario avvenimento che la Madonna gli consegnò uno scapolare in tessuto, rivelandogli notevoli privilegi connessi al suo culto. Ecco come riportano l’episodio i suoi biografi:
“Il beato Simone, quantunque assai innanzi con gli anni, macerato dalle austerità, passava ben sovente le notti in orazione. Un giorno, ricolmo di consolazione celeste, ci radunò tutti insieme, e parlò in questi termini: “Mentre io effondevo l’anima mia nel cospetto del Signore, sebbene altro non sia che polvere e cenere, e con tutta fiducia pregavo Maria Vergine mia Signora affinché, come voleva che noi fossimo chiamati suoi fratelli, così si mostrasse Madre, togliendoci dalle tentazioni, e con qualche segno di grazia ci rialzasse in faccia a coloro che ci perseguitano, dicendole con sospiri: O fiore del Carmelo…, mi apparve essa con gran corteggio, e tenendo l’Abito dell’Ordine, disse: Prendi, amatissimo figlio, questo Scapolare; questo sarà il segno dell’Ordine tuo e della mia Congregazione e del privilegio che io ho ottenuto per te e per tutti i Carmelitani, col quale chiunque piamente morrà, non soffrirà l’eterno incendio. E’ questo un segno di salute, salvezza nei pericoli, pegno di pace e di alleanza eterna”.
Nel 1600, l’identificazione Madonna del Carmine-Madonna dello Scapolare divenne, infatti, un “connubio” riconosciuto da tutti i fedeli. La stessa festa del 16 luglio, divenne ben presto la festa dell’intero Ordine e fu popolarmente conosciuta come la festa dello Scapolare.
Oggi, vanno indubbiamente tenuti in considerazione alcuni temi centrali, legati da sempre allo Scapolare: per esempio la comunione con Dio, la consacrazione a Lui attraverso Maria, il valore “sacramentale” e quello escatologico dell’Abitino. Lo Scapolare è infatti un “sacramentale”, cioè un segno che ricorda e attua una realtà spirituale secondo la misura di fede di chi lo indossa. E’ segno di consacrazione a Maria ed esprime la volontà del fedele di camminare con lei, accompagnati e sorretti dalla sua mano materna, verso la pienezza di comunione con Dio. Ma è anche il segno della protezione e della difesa che Maria opera nella vita del cristiano. Inoltre proprio perché un “sacramentale”, lo Scapolare ci ricorda e ci aiuta a crescere nel personale rapporto con Maria.
Antonio Tarallo
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