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Papa Francesco: siamo chiamati ad accudire, sostenere e guarire i malati

All’udienza generale, il Pontefice ricorda l’anniversario dell’avvio della Seconda Guerra mondiale

di IACOPO SCARAMUZZI
Credit Foto - Ansa - VATICAN MEDIA

I malati sono «destinatari privilegiati del lieto annuncio del Regno», e di conseguenza agli occhi dei «cristiani di ogni tempo» non sono «da scartare, al contrario»: lo ha detto il Papa nel corso dell’udienza generale, sottolineando che «nelle malattie, che sono impedimenti per andare avanti nella vita, c’è sempre la presenza di Gesù, la piaga di Gesù, che chiama ognuno di noi ad accudirli, a sostenerli, a guarirli».

Francesco ha ricordato, con i pellegrini polacchi, che il 1° settembre ricorre l’80esimo anniversario dell’aggressione nazista contro la Polonia e l’avvio della Seconda Guerra mondiale: «Pregheremo tutti per la pace – ha detto il Papa – affinché non si ripetano più le tragiche vicende provocate dall’odio, che portarono solo distruzione, sofferenze e morte».

Negli Atti degli apostoli, il libro del Nuovo Testamento al quale sta dedicando un ciclo di catechesi, «la Chiesa nascente si mostra come un “ospedale da campo” che accoglie le persone più deboli, cioè i malati», ha detto Papa Francesco nell’udienza tornata oggi in piazza San Pietro. «La loro sofferenza attira gli Apostoli, i quali non possiedono “né argento né oro”, così dice Pietro allo storpio, ma sono forti del nome di Gesù. Ai loro occhi, come agli occhi dei cristiani di ogni tempo, i malati sono destinatari privilegiati del lieto annuncio del Regno, sono fratelli in cui Cristo è presente in modo particolare, per lasciarsi cercare e trovare da tutti noi».

«I malati - ha evidenziato il Papa – sono dei privilegiati per la chiesa per il cuore sacerdotale per tutti i fedeli non sono da scartare, al contrario, sono da curare, da accudire, sono oggetto della preoccupazione cristiana». Pietro, in particolare, «si accosta alle barelle e passa tra i malati, così come aveva fatto Gesù prendendo su di sé le infermità e le malattie. Così aveva fatto Gesù». E Pietro, «ricolmo dello Spirito del suo Signore, passa e, senza che egli faccia nulla, la sua ombra diventa “carezza” risanatrice, comunicazione di salute, effusione della tenerezza del Risorto che si china sui malati e restituisce vita, salvezza, dignità. In tal modo, Dio manifesta la sua prossimità e fa delle piaghe dei suoi figli, diciamolo in modo un po’ difficile, “il luogo teologico della sua tenerezza”.

Nelle piaghe degli ammalati, nelle malattie, che sono impedimenti per andare avanti nella vita – ha spiegato il Pontefice – c’è sempre la presenza di Gesù, la piaga di Gesù, che chiama ognuno di noi ad accudirli, a sostenerli, a guarirli». L’azione risanatrice di Pietro, peraltro, «suscita l’odio dei sadducei», gente che «vedeva i miracoli che facevano gli apostoli non per magia ma in nome di Gesù, ma non lo volevano accettare e li mettono in prigione, li bastonano»; gli apostoli vengono poi «liberati miracolosamente, ma il cuore loro era tanto duro che non volevano credere quello che vedono. Pietro allora risponde offrendo una chiave della vita cristiana: “obbedire a Dio invece che agli uomini”: i sadducei dicono “voi non dovete andare avanti con queste cose, non dovete guarire”, “io obbedisco a Dio prima che agli uomini”, è la grande risposta cristiana. Questo significa ascoltare Dio senza riserve, senza rinvii, senza calcoli; aderire a Lui per diventare capaci di alleanza con Lui e con chi incontriamo sul nostro cammino. Chiediamo anche noi allo Spirito Santo la forza di non spaventarci davanti a chi comanda di tacere, ci calunnia e addirittura attenta alla nostra vita. Non spaventarci. Chiediamogli – ha concluso Francesco – di rafforzarci interiormente per essere certi della presenza amorevole e consolatrice del Signore al nostro fianco».

Al momento di salutare i fedeli presenti all’interno del colonnato berniniano, il Papa in particolare ha ricordato con i pellegrini polacchi che «il 1° settembre cade l’ottantesimo anniversario dell’inizio della Seconda Guerra mondiale, avviata con l’aggressione nazista tedesca sulla Polonia. Mentre a Varsavia, a Wielun e in altre città si svolgeranno le celebrazioni commemorative, con la partecipazione di numerosi capi di stati di tutto il mondo, pregheremo tutti per la pace – ha detto Jorge Mario Bergoglio – affinché non si ripetano più le tragiche vicende provocate dall’odio, che portarono solo distruzione, sofferenze e morte. Preghiamo Dio, perché la pace regni nei cuori degli uomini, nelle famiglie, nelle società e tra i popoli! Affido tutti voi alla materna protezione di Maria Regina della Pace e vi benedico di cuore».

Francesco ha poi salutato, tra gli altri, istruttori ed equipaggio della nave-scuola Brasil della Marina brasiliana, attraccata in questi giorni al porto di Civitavecchia. Ai pellegrini italiani, il Papa ha ricordato che oggi la Chiesa celebra la memoria di Sant’Agostino, vescovo e dottore della Chiesa: «Invito tutti – ha detto – a lasciarvi ispirare dalla sua santità e dalla sua dottrina. Insieme a lui, riscoprite la via dell’interiorità che conduce a Dio e al prossimo più bisognoso».

Mercoledì prossimo non avrà luogo l’udienza generale perché nel pomeriggio il Pontefice inizia il suo viaggio in Mozambico, Madagascar e Mauritius (4-10 settembre). (Vatican Insider)


IACOPO SCARAMUZZI

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