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Isole Salomone
I 2 volti delle “isole spensierate”


Di Mons. Luciano Capelli (2010)

Le Isole Salomone fanno parte della Melanesia, sono situate nel centro sud del Pacifico e confinano con Papua Nuova Guinea, Fiji, Vanuatu, Nuova Caledonia. Sono circondate dalla bellissima barriera corallina. Contano 500mila abitanti, di cui 90mila vivo sull'isola di Guadalcanal. Delle quasi mille isole, solo 300 sono abitate e vi si parlano fino a 50 diverse lingue. Si tratta di una nazione fatta di villaggi e innumerevoli tribù, dove le tradizioni dei singoli clan sono riconosciute come parte della legge nazionale. Sono state chiamate in passato “British Solomon” e dal 1978 sono uno stato indipendente all'interno del Commonwealth. Mancano strade, strutture scolastiche e sanitarie adeguate. L’elettricità è presente saltuariamente solo nelle poche cittadine all'interno delle isole, e non mancano difficoltà di comunicazione tra un'isola e l'altra. Ci sono sue stazioni radio ma non esiste la televisione. La situazione della donna è drammatica: non ha voce, ed è “usata” per provvedere al cibo quotidiano, lavorare nei campi e curare i figli. Anche i giovani non hanno voce nelle decisioni della tribù, devono solo fare silenzio e obbedire senza discussioni. I giovani non hanno sogni. Il valore della scuola non è ben compreso, in alcuni villaggi vi è tra il 70% e il 90% di analfabetismo. Il sistema educativo è altamente selettivo e, al termine degli studi obbligatori, esclude sistematicamente chi non passa prove scolastiche severe in particolare su materie come matematica e inglese. Questo fa si che solo due giovani su dieci finiscano gli studio.

Alcune sfide culturali

Altre difficoltà sono legate alle tensioni tra le varie tribù. Specialmente quando una tribù o un'etnia invade il territorio di un'altra e impone i suoi usi e costumi. La causa della “guerra etnica” è da ricercarsi nel tribalismo: il conflitto etnico più devastante ha avuto l'obiettivo di cacciare gli immigrati provenienti dali'isola di Malaita, meno ricca di risorse ma molto popolata, da Guadalcanal, dove si coltivano grandi piantagioni di palme da olio. E’ capitato quindi che tribù di Guadalcanal abbiano espulso quelle di Malaita con armi di fortuna e con la complicità della polizia. Dal 1999 al 2003 vi è stata una guerriglia interna che ha distrutto l'equilibrio di questa giovane nazione, rovinandone l'economia già fragile. Il conflitto ha avuto fine solo grazie ali'intervento del “Regional assistance mission of Solomon Island”, richiesto e ottenuto nel giugno 2004, che ha arrestato chi stava abusando del proprio potere.

La situazione di povertà

La povertà è generale e diffusa praticamente in ogni villaggio. Ci troviamo in isole sperdute, non ancora in contatto diretto o prossimo con il mondo moderno. La mancanza di tecnologia, industrie e lavoro tiene la popolazione confinata nei villaggi, a contatto diretto con la foresta e l'oceano, che offrono solo l'occorrente per sopravvivere. Una patata dolce, un cocco e una masticata di betel (una specie di palma) bastano per essere felici! Nelle “isole spensierate” si vive di quello che la terra e il mare danno giornalmente, per il resto ... tutto va bene!

Il piano educativo missionario

Gli obiettivi più urgenti da raggiungere sono stati identificati dalla comunità salesiana insieme ai giovani stessi e ai leader delle comunità cristiane. Si punta su un rinnovamento dell'evangelizzazione e dell'educazione con metodi pili significativi, da ricercare insieme, recuperando la dimensione sociale dell'impegno della fede. Questo compito va eseguito da tutta la comunità educativa. Occorre coinvolgere le comunità nell'analisi della situazione e delle sfide, e camminare con loro nella ricerca dei programmi necessari. I giovani leader sono una forza da formare e da coinvolgere in modo che loro stessi trovino un senso di dignità e si impegnino a far sognare un futuro migliore agli altri giovani. Occorre purificare gli aspetti negativi della cultura tribale così che la popolazione metta da parte il tribalismo e si unisca per favorire lo sviluppo della terra (miniere e piantagioni) e per la giusta spartizione del guadagno delle multinazionali coinvolte.
Anni di progetti, da parte della Chiesa, hanno realizzato un sogno: una presenza educativa nella capitale Honiara con una scuola tecnica per giovani rifiutati dal sistema scolastico, che offre corsi di preparazione al lavoro. E’ nata anche una scuola agricola nel territorio della parrocchia della capitale, che coinvolge i giovani in progetti specifici come piantagioni alternative, allevamenti di polli, bovini, suini. Sono nate scuole materne, scuole di alfabetizzazione, una stazione radio, e sono state riaperte quattro scuole nella missione, chiuse durante il recente conflitto etnico.

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