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La missione è qui


di Luciano Marini(Giugno 2009)

15 mila abitanti, 20-30 persone alla Messa parrocchiale; una decina i bambini al catechismo, molti non battezzati. Quattromila i musulmani nella città, il 25% degli abitanti si dichiara ateo. Non siamo in Asia o in Africa, ma in una città del sud della Francia, la nazione che una volta chiamavano “la figlia primogenita della chiesa”! Da Padova i frati francescani conventuali, cacciati dalla rivoluzione francese, erano rientrati dopo la seconda guerra per rifondare l’Ordine in terra francese. Ma nel 1993 avevano alzato bandiera bianca: sette frati erano usciti dall’Ordine, nessuno era entrato! Ma non si poteva abbandonare la Francia. Un drappello di 4 giovani frati si offrì per sostituire quelli che si erano ritirati e per tentare una nuova rifondazione.

Si riparte

Riaprirono convento e chiesa; con le loro mani ripulirono, rinfrescarono gli ambienti e si diedero un chiaro progetto di vita. Al primo posto la preghiera; al mattino presto, aperte le porte della chiesa, contavano il divino ufficio e celebravano l’Eucaristia. A mezzogiorno, al pomeriggio, alla sera altri momenti di preghiera; inoltre ogni primo venerdì del mese, adorazione notturna. Poi la povertà; nessun stipendio, nessun personale di servizio; alla cucina, lavanderia e pulizia si alternavano loro stessi. Tutto in comune: libri, telefono, computer. E tutto in un clima di gioiosa fraternità e profonda comunione tra loro. Ma la chiesa restava vuota! “Se la gente non viene da noi, si dissero, andiamo noi da loro”. Vestiti con la tonaca incominciarono ad andare a visitare le famiglie. “Se non avete la vocazione al martirio — disse loro la polizia —, non andate in certi posti”. Ma essi ci andarono, anche se qualcuno aizzava i cani contro di loro.

Oggi

Piano piano qualcuno in più cominciò ad entrare in chiesa per unirsi alla preghiera dei frati, qualche bambino in più arrivò al catechismo, qualche persona si offrì per un servizio alla carità o alla pastorale. Rinasceva una comunità cristiana! Oggi i ragazzi che frequentano il catechismo sono 300, sono sorte tre fraternità di laici francescani che provvedono anche al sostentamento dei frati, una cinquantina di persone sono impegnate nella caritas parrocchiale. La domenica la chiesa si riempie. I vescovi chiamano i frati per raccontare come è stato possibile far rinascere una parrocchia. Un vescovo del nord della Francia chiese ai frati di andare in un antico monastero per rilanciare la pastorale giovanile nella sua diocesi. Oggi centinaia di bambini, ragazzi, giovani vengono anche da lontano per un cammino serio di formazione e poi di testimonianza cristiana tra i loro coetanei. Due giovani frati francesi stanno terminando la teologia e saranno presto sacerdoti, un gruppo di ragazze ha fatto proprio il progetto di vita dei frati, (preghiera, fraternità e povertà) e vivono in comunità vicino al monastero.

La missione tra noi

Missione non è solo in Africa o in Asia; oggi missione è riannunciare il Vangelo anche nei nostri paesi ridiventati pagani, a tante persone che hanno smarrito la strada di Dio, ai nostri giovani ammaliati da falsi ideali. E la strada è sempre quella: la testimonianza gioiosa di chi ha incontrato il Signore e grida agli altri, come faceva Francesco, che “non c’è nessun altro salvatore se non il Signore nostro Gesù Cristo”.

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