È triste vedere...
di Luciano Marini(Maggio 2009)
È triste vedere un bambino scalzo, vestito di stracci, chiedere l’elemosina dal mattino alla sera all’incrocio di una avenida! È triste vedere una bambina di 13 anni dare alla luce una creatura di cui non si conosce il padre. È triste vedere un bambino di 9 anni, ostaggio dei trafficanti, vendere droga, essere preso dalla polizia ed essere ridotto in fin di vita dalle botte! Sono queste le persone che ogni giorno padre Luiz Favaron incontra e soccorre alla “Cidade dos meninos” alla periferia della metropoli di S. Paolo in Brasile.
Da sessant’anni i francescani conventuali di Padova sono arrivati nell’immenso paese sudamericano. Avevano incominciato il loro lavoro missionario negli stati del sud dove, quasi, si poteva parlare in dialetto veneto e la gente ti capiva, tanti erano gli immigrati venuti in Brasile da quella regione d’Italia. Altri frati sono giunti poi dalla Polonia, dagli Stati Uniti e da Roma ed ora i frati brasiliani sono più di 150, presenti in 35 comunità dall’Amazzonia al Nordest, da Brasilia a Rio de Janeiro e a S. Paolo. E sono cresciute anche le opere e le testimonianze generose dei francescani: parrocchie, case di spiritualità, cooperative tra i lavoratori dei campi ed i pescatori, l’impegno nella pastorale della terra. La scarsità dei sacerdoti è una sofferenza antica della chiesa in Brasile.
Padre Sebastiano Quaglio era parroco di una cittadina di quasi centomila abitanti; come poteva da solo raggiungere tante persone? Ispirandosi a padre Kolbe incominciò ad annunciare il Vangelo dai “nuovi pulpiti”, i mezzi della comunicazione sociale. Coadiuvato dalla Milizia dell’Immacolata, molto diffusa ed attiva nella zona, cominciò a distribuire un foglietto di catechesi alle famiglie, poi avviò una piccola radio parrocchiale. Oggi “O Milite” è la seconda rivista cattolica del Paese per tiratura, “Radio Imaculada” trasmette 24 ore al giorno ed entra nelle case di milioni di brasiliani, i suoi programmi vengono trasmessi da più di cento emittenti radio e coprono tutto il Brasile.
Programmi della Milizia vengono trasmessi attraverso un canale televisivo. Intanto alla “Città dei bambini” crescono ogni giorno le iniziative ed i servizi per i più poveri. Sono ormai più di 500 i bambini, da pochi mesi fino ai 18 anni, che trovano dai francescani accoglienza, formazione ed avviamento al lavoro. E tutto nella gratuità, anzi spesso l’aiuto si estende alle loro famiglie. «I poveri hanno diritto alle cose belle», ripete spesso padre Luiz. Per loro alla “Cidade dos meninos” è stata fatta una palestra, la piscina, una sala auditorium, campi di gioco. Per i più grandicelli c’è una proposta di avviamento al lavoro: laboratorio di cucito, informatica, elettricità, idraulica ed una panetteria. Ma non sono poveri solo i bambini; lungo le strade o rinchiusi in povere baracche tanti anziani vivono in solitudine e miseria. «Perché non portarli tra i nostri bambini, farebbero loro da nonni, si sentirebbero ancora utili» ha pensato padre Luiz. E così oggi la città dei bambini ospita anche una cinquantina di anziani soli e poveri.
In questi ultimi anni la “Cidade dos meninos” ha ricevuto più volte il premio di beneficenza come una tra le cinquanta migliori opere sociali del Paese. Se lo merita davvero!