La sfida delle migrazioni non si risolve con la logica dello scarto
Papa Francesco cita il San Francesco e lo storico incontro in Egitto con il Sultano al-Malik al- Kamil
«Non si può risolvere la sfida della migrazione con la logica della violenza e dello scarto, né con soluzioni parziali». È questo uno dei passaggi centrali del discorso che Papa Francesco ha rivolto al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, durante la tradizionale udienza di inizio anno svoltasi nella mattina di lunedì 7 gennaio, nella Sala Regia. Eccellenze, Signore e Signori, l'inizio di un nuovo anno ci consente di fermare per qualche istante il frenetico susseguirsi delle attività quotidiane per trarre alcune considerazioni sugli accadimenti passati e riflettere sulle sfide che ci attendono nel prossimo futuro. Vi ringrazio di essere presenti numerosi a questo nostro consueto incontro, che intende essere soprattutto l'occasione propizia per rivolgerci un pensiero cordiale e benaugurante.
Attraverso di Voi, giunga la mia vicinanza ai popoli che rappresentate, unitamente all'augurio che l'anno appena iniziato porti pace e benessere a ciascun membro della famiglia umana. Particolare gratitudine esprimo all'Ambasciatore di Cipro, S.E. il Signor George Poulides, per le cortesi parole che mi ha rivolto per la prima volta a nome di Voi tutti, in qualità di Decano del Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede. A ciascuno di Voi desidero indirizzare un particolare apprezzamento per l'opera che quotidianamente prestate nel consolidare le relazioni fra i Vostri rispettivi Paesi e Organizzazioni e la Santa Sede, ulteriormente rafforzate dalla sottoscrizione o ratifica di nuove intese. Mi riferisco in particolare alla ratifica dell' Accordo Quadro tra la Santa Sede e la Repubblica del Benin sullo Statuto Giuridico della Chiesa Cattolica in Benin , nonché alla firma e alla ratifica dell' Ac c o rd o tra la Santa Sede e la Repubblica di San Marino per l'Insegnamento della Religione cattolica nelle scuole pubbliche .
Nell'ambito multilaterale la Santa Sede ha ratificato pure la Convenzione Regionale dell' UNESCO sul riconoscimento delle qualifiche dell'insegnamento superiore in Asia e nel Pacifico , e nel marzo scorso ha aderito all' Accordo Parziale allargato sugli Itinerari Culturali del Consiglio d'Europa, un'iniziativa che si prefigge di mostrare come la cultura sia al servizio della pace e rappresenti un fattore unificante delle diverse società europee, in grado di accrescere la concordia tra i popoli. Si tratta di un segno di particolare attenzione verso un'organizzazione, di cui quest'anno ricorre il 70° anniversario dalla fondazione, con la quale la Santa Sede collabora da molti decenni e di cui riconosce il ruolo specifico nella promozione dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto, in uno spazio che vuole abbracciare l'intero Continente europeo. Infine, il 30 novembre scorso, lo Stato della Città del Vaticano è stato ammesso all'Area Unica per i Pagamenti in Euro ( S E PA )...
Anche se «nel corso dei secoli, non pochi dissensi e inimicizie sono sorte tra cristiani e musulmani», in diversi luoghi del Medio Oriente essi hanno potuto per lungo tempo convivere pacificamente. Prossimamente avrò l'occasione di recarmi in due Paesi a maggioranza musulmana, il Marocco e gli Emirati Arabi Uniti. Si tratterà di due importanti opportunità per sviluppare ulteriormente il dialogo interreligioso e la reciproca conoscenza fra i fedeli di entrambe le religioni, nell'ottavo centenario dello storico incontro tra san Francesco d'Assisi e il sultano al-Malik al- Kmil. Tra i deboli del nostro tempo che la comunità internazionale è chiamata a difendere ci sono, insieme ai rifugiati, anche i migranti. Ancora una volta desidero richiamare l'attenzione dei Governi affinché si presti aiuto a quanti sono dovuti emigrare a causa del flagello della povertà, di ogni genere di violenza e di persecuzione, come pure delle catastrofi naturali e degli sconvolgimenti climatici, e affinché si facilitino le misure che permettono la loro integrazione sociale nei Paesi di accoglienza.
Occorre poi che ci si adoperi perché le persone non siano costrette ad abbandonare la propria famiglia e nazione, o possano farvi ritorno in sicurezza e nel pieno rispetto della loro dignità e dei loro diritti umani. Ogni essere umano anela a una vita migliore e più felice e non si può risolvere la sfida della migrazione con la logica della violenza e dello scarto, né con soluzioni parziali. Non posso dunque che essere grato per gli sforzi di tanti governi e istituzioni che, mossi da generoso spirito di solidarietà e di carità cristiana, collaborano fraternamente in favore dei migranti.
Tra questi desidero menzionare la Colombia, che, insieme con altri Paesi del continente, negli ultimi mesi ha accolto un ingente numero di persone provenienti dal Venezuela. In pari tempo, sono consapevole che le ondate migratorie di questi anni hanno causato diffidenza e preoccupazione tra la popolazione di molti Paesi, specialmente in Europa e nel Nord America, e ciò ha spinto diversi governi a limitare fortemente i flussi in entrata, anche se in transito.
Tuttavia, ritengo che a una questione così universale non si possano dare soluzioni parziali. Le recenti emergenze hanno mostrato che è necessaria una risposta comune, concertata da tutti i Paesi, senza preclusioni e nel rispetto di ogni legittima istanza, sia degli Stati, sia dei migranti e dei rifugiati.
In tale prospettiva, la Santa Sede si è adoperata attivamente nei negoziati e per l'adozione dei due Global Compacts sui Rifugiati e sulla Migrazione sicura, ordinata e regolare . In particolare, il Patto sulle migrazioni costituisce un importante passo avanti per la comunità internazionale... (Osservatore Romano - discorso Papa al corpo diplomatico 07/02/2019)
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