Papa: invocare Dio nel bisogno non e' preghiera interessata e cita San Francesco. Unita' cristiani possibile, e' speranza per Europa
L'unità dei cristiani è "possibile", e costituisce una speranza anche per l'Europa. Ne è convinto il Papa che in udienza generale ha ricordato "con commozione la preghiera ecumenica a Lund, in Svezia, il 31 ottobre scorso", evento che gli ha attirato diverse critiche da parte cattolica. "Nello spirito di quella commemorazione comune della Riforma, - ha spiegato davanti ad alcune migliaia di persone in aula Paolo VI - noi guardiamo più a ciò che ci unisce che a ciò che ci divide, e continuiamo il cammino insieme per approfondire la nostra comunione e darle una forma sempre più visibile". "In Europa - ha sottolineato - questa comune fede in Cristo è come un filo verde di speranza: apparteniamo gli uni agli altri. Comunione, riconciliazione e unità sono possibili.
Come cristiani, abbiamo la responsabilità di questo messaggio e dobbiamo testimoniarlo con la nostra vita. Dio benedica questa volontà di unione e custodisca tutte le persone che camminano sulla strada dell'unità". Papa Bergoglio lo ha detto nei saluti ai gruppi di lingua tedesca, citando "la delegazione dell'Itinerario Europeo Ecumenico, guidata dalla signora preside Annette Kurschus", ma in ogni saluto ai diversi gruppi linguistici ha ricordato la Settimana di preghiera per l'unità, che concluderà il 25 gennaio con la celebrazione ecumenica di vespri nella basilica di San Paolo fuori le mura. Nei saluti ai gruppi di lingua croata, presenti con le famiglie ospitanti in Sicilia, ha esteso la preghiera al dialogo tra le religioni.
"Cari ragazzi - ha detto - trascorrendo il tempo insieme come fratelli e sorelle nelle famiglia che vi ospitano avete l'opportunità di crescere in un clima di speranza; solo così voi giovani cattolici, ortodossi e musulmani potere salvare la speranza di vivere in un mondo più fraterno, giusto e pacifico, più sincero e a misura d'uomo". Delle critiche ricevute da papa Francesco per la partecipazione alla commemorazione di Lund con i vertici mondiali della Chiesa luterana, ha parlato ieri il presidente del Pontificio consiglio per l'unità dei cristiani, Kurt Koch in un ampio articolo sull'Osservatore romano, in cui, valutandolo come un "segno ecumenico promettente", invitata a "comprendere più a fondo lo spirito che lo ha animato". Koch ha così riassunto le critiche alla commemorazione ecumenica: "da parte cattolica si è temuta una deriva protestante del cattolicesimo, da parte protestante si è parlato di un tradimento della Riforma".
"Troppo facilmente - ha detto il Papa in udienza generale noi disdegniamo il rivolgerci a Dio nel bisogno come se fosse solo una preghiera interessata, e perciò imperfetta. Ma Dio - ha rimarcato - conosce la nostra debolezza, sa che ci ricordiamo di Lui per chiedere aiuto, e con il sorriso indulgente di un padre Dio risponde benevolmente".
In un altro passaggio, papa Francesco ha ricordato che "sotto la misericordia divina, e ancor più alla luce del mistero pasquale, la morte può diventare, come è stato per san Francesco d'Assisi, 'nostra sorella morte' e rappresentare, per ogni uomo e per ciascuno di noi, la sorprendente occasione di conoscere la speranza e di incontrare il Signore. Che il Signore - ha aggiunto - ci faccia capire questo, il legame tra preghiera e speranza, la preghiera ci porta avanti nella speranza e quando le cose ci tornano buie, ma più preghiera, e ci sarà più speranza, grazie". (ANSA).
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