SOPPORTARE PAZIENTEMENTE LE PERSONE MOLESTE, LA VI OPERA DI MISERICORDIA SPIRITUALE - DI TIBOR KAUSER
di Redazione onlineIl Signore ci invita di diventare santo, come lui è il Santo. Ci invita per vivere la nostra vocazione francescana, secondo l'esempio di San Francesco, di vivere in amore e in semplicità, di essere minori.
Sopportare significa di portare il mio prossimo al Signore, mettendomi sotto di lui. + portare. Sono tante cose a considerare in questa breve idea. Non si parla della tolleranza. Come San Francesco ci insegna:
Io ti dico, come posso, per quello che riguarda la tua anima, che quelle cose che ti sono di impedimento nell'amare il Signore Iddio, ed ogni persona che ti sarà di ostacolo, siano frati o altri anche se ti coprissero di battiture, tutto questo devi ritenere come una grazia.
E così tu devi volere e non diversamente. E questo tieni in conto di vera obbedienza da parte del Signore Iddio e mia per te, perché io fermamente riconosco che questa è vera obbedienza. E ama coloro che agiscono con te in questo modo, e non esigere da loro altro se non ciò che il Signore darà a te. E in questo amali e non pretendere che diventino cristiani migliori. (San Francesco d'Assisi, Lettera ad un ministro, 2-7.)
Portare qualcuno al Signore dice che io sono il legame fra Dio e lui. Devo essere lo strumento di Dio, solo il servo umile. Ripeto, non si parla della tolleranza. Non significa che voglio separarmi dall'altro persone, anzi, mi metto in contatti, in una relazione, per vivere la fraternità in Cristo, per essere in grado di portarli al Signore.
Come dice San Francesco, questo richiede un affetto assolutamente personale e incondizionato, come Dio ci ama. Lascio tutto a Dio, chiedendo la pace del Signore. Pazientemente, vale a dire di agire nella pace del Signore, lasciare a Lui di far crescere (cf. 1Cor3.6), e nemmeno non pretendere che diventino (cristiani) migliori.
Beati i pacifici, perché saranno chiamati figli di Dio (Mt 5,9). Il servo di Dio non può conoscere quanta pazienza e umiltà abbia in sé finché gli si dà soddisfazione. Quando invece verrà il tempo in cui quelli che gli dovrebbero dare soddisfazione gli si mettono contro, quanta pazienza e umiltà ha in questo caso, tanta ne ha e non più. (San Francesco d'Assisi, Ammonizioni XIII.)
Diventare Santo, come lui è il Santo. Non c'è niente di più.
Tibor Kauser OFS
Ministro generale
Redazione online
Commenti dei lettori
NON CI SONO COMMENTI PER QUESTO ARTICOLO
Lascia tu il primo commento
Lascia il tuo commento
la cripta
di San Francesco
Rivista
San Francesco