A colloquio con Paola Braggion, Presidente nazionale dell'Ordine Francescano Secolare. Uno spunto di riflessione su Angela da Foligno, guardando al presente dell’Ofs.
di Antonio Tarallo
E per approfondire, ancora di più, la figura di Sant’Angela da Foligno, e farlo soprattutto con uno sguardo verso il presente, abbiamo chiesto un contributo alla Dottoressa Paola Braggion, Presidente nazionale dell'Ordine Francescano Secolare Italiano. Abbiamo cercato, con lei, di guardare all’Angela, “terziaria francescana”. Ringraziamo vivamente il Presidente per i suoi spunti di riflessione, sperando possano – magari – aprire nuovi approfondimenti sul legame della santa di Foligno e l’Ordine Secolare, il legame indissolubile tra Passato e Presente.
Presidente, quanto la Spiritualità di Sant'Angela da Foligno, influenza, ancora oggi, l'ordine secolare?
La spiritualità di S. Angela da Foligno, parla anche ad ogni francescano secolare, perché Angela ha vissuto la sua sequela di Cristo attraverso l’esperienza di San Francesco, non “imitando” lo stile dei frati o delle clarisse, ma vivendo autenticamente il suo stato secolare. Lei è rimasta nel mondo dove Gesù l’aveva posta, vivendo profondamente il rapporto col Cristo Crocifisso con lo stile di Francesco di assisi nella quotidianità secolare. Infatti all’indomani della morte del marito e dei figli in un breve arco di tempo, Angela vende tutto ma non entra in convento, perché comprende che il Signore non la stava chiamando ad abbracciare la vocazione religiosa. Al contrario, comprese che, attraverso il carisma di Francesco, doveva testimoniare l’amore travolgente di Dio vivendo nella stessa realtà ove già si trovava, permeandola d’amore. Per questa ragione vende tutto, dà i suoi beni ai poveri, acquista una piccola casa dietro la chiesa di San Francesco, mantiene quel denaro che l’avrebbero aiutata a vivere dignitosamente. Così ha vissuto da laica il suo rapporto con Cristo, entrando successivamente nella locale fraternità dell’Ordine francescano secolare della chiesa di San Francesco a Foligno. Volendo sintetizzare Angela è santa perché , con l’aiuto del suo direttore spirituale frate Arnaldo, ha compreso che il Signore la chiamava a testimoniare nel mondo seguendo il Signore e vivendolo sulle tracce segnate dal santo di Assisi.
Ordine terziario, ordine secolare. L'impegno dei laici nella Chiesa.Su questo tema sia Papa Francesco, ma anche i suoi predecessori - e penso soprattutto a Paolo VI - hanno più volte espresso il loro pensiero. Oggi, nella contemporaneità che stiamo vivendo, qual è l'impegno dell'Ofs per la “costruzione del Regno"?
La Chiesa, che è madre, donandoci una Regola di vita, ci ha indicato come attualizzare il carisma di Francesco d’Assisi anche nella dimensione laicale di oggi, recuperando lo stile profondo di Gesù, fatto proprio da Francesco: vivere testimoniare l’amore di Dio per tutti gli uomini che devono riscoprirsi fratelli di uno stesso Padre misericordioso. Distruggere l’indifferenza con l’attenzione e la cura, recuperare la dignità di tutte le persone con uno sguardo compassionevole, difendere e rispettare i diritti umani con coraggio, abbattere le barriere dell’inimicizia con la misericordia e il perdono, sconfiggere con le armi della pace la violenza e l’aggressività imperante. Molti santi di oggi e di ieri, come Angela e come tanti coraggiosi testimoni, ci dimostrano che questo è possibile e non è una utopia.
E, in particolare, visto la Santa che oggi celebriamo, l'impegno dell'Ordine Terziario?
Ogni francescano secolare, insieme ai fratelli delle fraternità in cui ci si confronta e ci si incoraggia a vivere questo impegno, è chiamato ad una sempre maggiore unione con Dio e a vivere la propria missione tra gli uomini di cristiano innamorato di Cristo e dell’uomo. Ispirandosi all’esempio di Francesco d’Assisi e di Angela, che del Cristo fecero il centro della loro vita con Dio e con gli uomini, ciascuno di noi si sente parte della Chiesa che vuole annunciare la bellezza dell’amore di Dio e che desidera farsi prossimo ad ogni uomo. “Passare dal Vangelo alla vita e dalla vita al Vangelo” (Reg. 4) non è una bella formuletta che professiamo, ma un impegno forte ed esigente per incarnare nella quotidianità, lì dove siamo e operiamo, ciascuno nella propria realtà e situazione, la ‘buona notizia’ di un Dio che è tra noi e con noi e che è via, verità e vita.
Un'ultima domanda. Un po'...fuori tema, diciamo così. Ma non troppo. E' stata da poco celebrata la giornata della pace, e Papa Francesco ha voluto sottolineare un punto importante: la politica.
"Non pensiamo che la politica sia riservata solo ai governanti: tutti siamo responsabili della vita della 'città', del bene comune; e anche la politica è buona nella misura in cui ognuno fa la sua parte al servizio della pace", così si è espresso il pontefice.
Il "servizio" dell'Ofs per il bene della pace...due parole.
Ogni cristiano e, maggior ragione, ogni francescano secolare non può non sentirsi responsabile della vita degli altri e di ciò che serve perché tutti possano vivere in condizioni degne e migliori. Il bene comune non è una parola astratta ma è un impegno concreto che riguarda ciascuno , è impegno nella quotidianità per operare insieme nell’interesse di tutti e non solo per le esigenze personali. I francescani laici che sono nel mondo si sentono interpellati in prima persona, con la testimonianza, ma anche con opere concrete a testimoniare la pace, a costruire relazioni pacifiche di accoglienza e incontro con tutti gli uomini, a recuperare rapporti di fiducia e a denunciare le ingiustizie, con coraggio e senza timore. Proprio del nostro carisma è “offrire un contributo proprio, ispirato alla persona e al messaggio di San Francesco d'Assisi, ad una civiltà in cui la dignità della persona umana, la corresponsabilità e l'amore siano realtà vive ed impegnarci concretamente “con fermezza contro ogni forma di sfruttamento, di discriminazione e di emarginazione e contro ogni atteggiamento di indifferenza verso gli altri” ( CC.GG 18, ). per “creare condizioni di vita degne di creature redente da Cristo”.(Regola 13.2). Nessuno può sottrarsi a questo compito per non tradire la logica dell’Incarnazione.
Antonio Tarallo
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