Anniversario Laudato si': gli scienziati rispondano alla crisi climatica
di Gabriella Ceraso
Reca la data del 24 maggio del 2015 Solennità della Pentecoste, la Lettera Enciclica Laudato si' di Papa Francesco sulla cura della casa comune, una "prolungata riflessione, gioiosa e drammatica insieme" come è scritto al termine dei sei capitoli di cui il testo si compone.
La Laudato si' e l'urgenza del pianeta
A muovere la publicazione le preoccupazioni per le "crepe del pianeta che abitiamo” (LS 163)", l'auspicio di “entrare in dialogo con tutti riguardo alla nostra casa comune” e l'incoraggiamento diretto ai lavori dell'imminente COP 21 che a Parigi avrebbe, di lì a poco, siglato l'Accordo sul Clima con l'indicazione di una soglia di 1,5°C da non superare per l'aumento della temperatura.
Oggi la crisi persiste, evidenzia il Messaggio del Dicastero per il Servizio Umano integrale, e siamo ancora in quel "decennio" che a Parigi è stato indicato come tempo massimo per riuscire ad arginare il riscaldamento globale, dunque la soglia di 1,5° C è in realtà molto di più di una "soglia fisica".
Urgenza fisica, morale e religiosa
Il Messaggio sottolinea infatti che come soglia "fisica" siamo già nella criticità. Dalla rivoluzione industriale che ha fatto toccare quota 1°C, già l'impatto si sta manifestando grave in termini di condizioni metereologiche estreme, dunque l'urgenza non potrebbe essere maggiore. Ma l'impegno a ridurre la temperatura ha anche altri significati. La soglia è anche infatti una "soglia morale". Si tratta- dice nel messaggio il Dicastero - dell'ultima possibilità di salvare paesi e persone più vulnerabili che si trovano sulla costa. "Tanto l’esperienza comune della vita ordinaria, quanto la ricerca scientifica dimostrano che gli effetti più gravi di tutte le aggressioni ambientali li subisce la gente più povera" (LS 48). Dobbiamo rispondere con coraggio alle grida sempre più angoscianti della terra e dei suoi poveri".
Ma c'è anche una "soglia religiosa" dietro quel valore di 1.5° C: il mondo è un dono di Dio all'umanità, come ha scritto Benedetto XVI nell'Esortazione apostolica Sacramentum Caritatis- si ricorda nel Messaggio - non "è materia da utilizzare indifferentemente, ma creazione di Dio": danneggiare l'atmosfera è quindi, come hanno avuto modo di affermare i vescovi americani, danneggiare il nostro Creatore e il suo dono.
Gli indigeni e la sacralità del creato
Occorre dunque impegnarsi di più e meglio, apprendendo da chi questo "spazio" lo considera sacro, cioè i " nostri fratelli e sorelle indigeni". Il Messaggio si conclude quindi con il richiamo ad apprendere da loro la " verità profonda" che fa della Terra un dono prezioso legato all'intera stirpe umana. VATICAN NEWS
Gabriella Ceraso
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