Calcio femminile è più sport e meno business
Grande successo per le ragazze della Nazionale di Calcio Italiana
di Mario Scelzo
La prima vittoria l’hanno già conquistata, in pochi giorni sono entrate nel cuore (e nelle case) degli italiani. Parliamo delle ragazze della Nazionale di Calcio Italiana che in questi giorni in Francia stanno prendendo parte alla ottava edizione dei Mondiali di Calcio Femminile.
Quasi 3 milioni di spettatori per le due partite contro Giamaica ed Australia, per poi superare quota 7 milioni (all’incirca 6 milioni e mezzo su Rai 1 ed 800mila su Sky) nel match perso (ma in maniera indolore, le nostre atlete passano agli ottavi come prime classificate nel girone) contro il Brasile. Parliamo di numeri importanti (testimoniati anche dalle scelte aziendali, sia la Rai che Sky hanno concesso alle azzurre i loro canali di punta, Rai1 e SkySport1) per un movimento sportivo fino a pochi mesi fa conosciuto a malapena da una nicchia di telespettatori. Per avere una ulteriore conferma della “vittoria” delle azzurre, basta fare un giro sui social, su twitter ad esempio, dove l’hashtag #nazionalefemminile è sempre ben presente tra i trend topic (per chi non è pratico della rete, sarebbero le notizie più commentate da chi naviga in rete).
Segnalo, per citarne uno fra i tanti, un affettuoso messaggio di Alessandro Del Piero, Campione del Mondo e storica bandiera della Juventus, alle atlete italiane, ma quello di “Pinturicchio” (così era soprannominato il numero 10 bianconero) è solo uno dei numerosi attestati di stima da parte dei più famosi colleghi maschi.
Come mai tanto successo per le azzurre? Provo ad azzardare alcune ipotesi. Prima di tutto, parliamo di un movimento in crescita costante negli ultimi anni, con un fatturato economico in crescita testimoniato anche da stadi pieni per le partite di cartello. Lo scorso 24 marzo 2019, in occasione della "sfida scudetto" tra Juventus e Fiorentina, si è registrato il record italiano assoluto di spettatori per una partita di calcio femminile, settimo a livello mondiale, con 39.027 presenze all'Allianz Stadium di Torino. Non fatevi illusioni, anche in campo femminile, vince sempre la Juventus!
In seconda battuta, il calcio femminile sembra essere ad oggi (speriamo resista!) più sport e meno business dell’omologo maschile. Chi segue il giuoco del pallone sa bene che ormai seguire una squadra di calcio vuol dire essere competenti di bilancio, plusvalenze, fatturati, marketing, brand pubblicitari, sa che ogni singolo giocatore ha uno sponsor privato, uno o più procuratori, un entourage degno di un Capo di Stato. Si pensi a Cristiano Ronaldo, che quando si muove porta con sé un equipaggio di oltre 20 persone tra fisioterapisti, addetti al marketing, social media manager, nonché moglie e figli. Ecco, il calcio femminile sembra al momento più “genuino”, più vicino alle tante attività sportiva praticate con passione ma senza “il dominio del marketing” da milioni di italiani.
Inoltre, ma questo vale anche per il movimento maschile, la nazionale rispecchia l’evoluzione della società. Non me ne vogliano i sovranisti, quelli del “prima gli italiani”, quelli delle frontiere chiuse, ma dai campetti di periferia a quelli della Nazionale emerge con evidenza il quadro di un paese multietnico. Il futuro della Nazionale Italiana maschile si chiama Moise Kean, attaccante di proprietà della Juventus, originario della Costa d’Avorio ma italianissimo al 100%, mentre il presente della Nazionale Femminile risponde al nome di Sara Gama, approfondiamo il suo profilo.
Nata il 27 marzo 1989 da padre congolese e madre triestina, si appassiona al calcio da giovanissima giocando nella Polisportiva San Marco di Villaggio del Pescatore. Nel corso della una carriera, dopo Chiasiellis e Brescia, ha tentato anche l’avventura all’estero, prima con il Pali Blues negli Stati Uniti e poi con il Paris Saint-Germain in Francia. Nell'estate 2017 si accasa alla neonata Juventus (e niente, quelli/e bravi sempre lì vanno a finire..) venendone nominata capitano. Arriva al Mondiale nel pieno della maturità dei suoi 30 anni e forte di una stagione nella quale ha centrato il “double” a Vinovo con scudetto e Coppa Italia. Anche in azzurro indossa la fascia da capitano al braccio. È membro della Federal Board e presidente della Commissione per lo sviluppo della figura della giocatrice di calcio femminile. In più è stata inserita da Mattel tra le 17 personalità internazionali ed omaggiata con una Barbie a sua immagine e somiglianza. È laureata in lingue straniere all’università di Udine. Dall’anno scorso è la nuova Ambassador di Head & Shoulders. È la più seguita su Instagram: più di 46.000 follower, con un trend in crescita durante il mondiale.
Oltre a lei, stiamo imparando a conoscere la bomber Bonansea, la coach Bertolini, EG7, portafortuna delle azzurre nonché ultimo baluardo a difesa della porta….Che dire…..Forza Azzurre!
Mario Scelzo
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