Cattolici ed ebrei insieme nel cuore del ghetto di Roma
Senza soluzione di continuità e di sentimenti rievocheranno quello sterminio
di Giuseppe Giulietti
Ancora una volta insieme, mano nella mano, cattolici ed ebrei marceranno lungo le strade che da Santa Maria in Trastevere portano a portico d’Ottavia, nel cuore del ghetto di Roma.
Lo faranno nel tradizionale appuntamento convocato dalla comunità di Sant’Egidio e dalla comunità ebraica per ricordare il tragico rastrellamento del 16 ottobre del 1943.
Senza soluzione di continuità e di sentimenti rievocheranno quello sterminio la presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, Marco Impagliazzo, presidente di Sant’Egidio, Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, il vescovo Ambrogio Spreafico, presidente della commissione Cei per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso.
Mai come quest’anno non sarà una cerimonia rituale e di commemorazione.
La sparatoria di Halle, preceduta da parole e gesti di odio e di antisemitismo, ha riacceso i riflettori sui muri dell’odio e della negazione della dignità della persona.
L’antisemitismo riaffiorante è l’amplificazione dei sentimenti di disprezzo e livore alimentati da una politica senza scrupoli che tenta di guadagnare il consenso sfruttando le paure e indirizzando il malessere e il rancore verso qualsiasi forma di diversità: religiosa, etnica, sociale, politica.
Le nuove oligarchie aizzano i penultimi contro gli ultimi.
Tornano le parole di sempre ezz, quelle che hanno sempre preceduto le guerre, il terrore, i ghetti, i gulag, i campi di tortura e di sterminio.
“Dobbiamo contrastare ogni giorno le parole dell’odio..” ha dichiarato, alla viglia della marcia, Ruth Dureghello, protagonista e firmataria del manifesto di Assisi “Le parole non sono pietre”
Facciamo nostro il suo appello e questo sarà il tema del prossimo “Sinodo dei giornalisti” che si svolgerà nei locali della sala stampa di San Francesco ,dal 24 al 26 gennaio prossimo, promosso dalla rivista francescana e dall’associazione Articolo 21.
Sarà l’occasione per mettere a punto un efficace piano di azione e di contrasto contro chi usa le parole come pietre e avvelena i pozzi della civile convivenza.
È giunto il momento di promuovere una grande alleanza tra chi costruisce i ponti del dialogo e dell’inclusione, lasciando alle spalle divisioni e steccati che hanno perso ogni significato.
“É accaduto dunque può accadere di nuovo..”, ha scritto Primo Levi.
Spetta a ciascuno di noi operare affinché non riaccada mai più.
Giuseppe Giulietti
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