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Cibo, lo street artist che copre le svastiche sui muri di Verona

'«La cultura fa paura a chi non ce l’ha, e l’ironia è un’arma suprema contro gli estremisti'

di Domenico Marcella

Cibo, al secolo Pier Paolo Spinazzè, è uno street artist che sovrasta con i suoi graffiti i simboli della destra estrema presenti sui muri di Verona. La sua, ci tiene a precisarlo, è una forma di volontariato: «Lo faccio innanzitutto perché ognuno deve restituire alla comunità le proprie doti, e io sono bravo a disegnare. E poi perché trovo assurdo che nel 2019 ci sia spazio per i simboli inneggianti al Nazismo e ai suoi orrori».

E armato di bombolette spray trasformi le scritte, le svastiche e le celtiche in cupcake, tranci di pizza, verdure, würstel, frutta e caramelle.
«Ci disegno sopra tante altre cose, dipende principalmente dai colori che ho a disposizione e da quel che è l’imbratto sul muro. Per esempio, la scorsa settimana da uno slogan con svastica al seguito sono venuti fuori gli ingredienti da impiegare per la preparazione della caprese. Provo soltanto a rendere l’ambiente un po’ più saporito».

Perché hai scelto di occultare l’odio con gli alimenti?
«Perché il cibo è pop, e per noi italiani è sacro. Scelgo dei soggetti che possano essere letti, compresi e apprezzati da tutti».

La tua missione artistica, però,è sotto attacco.
«Ormai da anni. Ho ricevuto telefonate anonime, e hanno inciso una svastica perfino sulla porta di casa mia. Sappiamo tutti quanto il clima a Verona sia letteralmente infestato dall’estrema destra. Ma sono nato e cresciuto qui, e ho deciso di reagire con ironiche incursioni d’arte».

Una forma di lotta nonviolenta.
«Esattamente».

Non c’è miglior risposta alle minacce e alla bomba-carta esplosa sotto la tua macchina.
«Che storia... Gli inquirenti stanno per fortuna indagando. Anche le forze dell’ordine, così, avranno il diritto di divertirsi con i fascisti e di andarli a braccare».

Il senso dell’umorismo prima di tutto.
«Sempre».

I nazisti hanno sempre avuto paura della cultura, mandarono al rogo i libri scomodi e misero le catene alla Bauhaus.
«La cultura fa paura a chi non ce l’ha, e l’ironia è un’arma suprema contro gli estremisti. Bisogna vigilare perché la libertà deve essere difesa ogni singolo giorno. Ognuno nel suo piccolo può e deve fare la differenza, perché nell’apatia e nell’ignavia l’odio trova spazio e potere».

Tu continuerai ad andare avanti senza paura, vero?
«Sì, assolutamente. E se mi rovinano il murales torno a farlo più grande. E se lo rifaranno ancora diventerà grande quattro volte più rispetto alla prima versione. Essere cauti è importante, ma per per il bene della comunità non bisogna mai retrocedere».

Domenico Marcella - twitter.com/dodoclock


Domenico Marcella

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