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Clima: Jane Fonda continuerà a farsi arrestare

Una crisi collettiva ha bisogno di una risposta collettiva

di Domenico Marcella
Credit Foto - Ansa - MICHAEL REYNOLDS

Manifestare in piazza per la conquista o la difesa più ovvi diritti, ma anche per ribadire la propria avversità ai conflitti bellici, è stata la prerogativa dei giovani degli anni Sessanta. Lo sa bene Jane Fonda, che su disobbedienza e ribellione ha plasmato buona parte della sua esistenza lontana dai set cinematografici.

E così a 81 anni si è fatta arrestare – a oggi – ben quattro volte durante una serie di sit-in pacifici e non-autorizzati sulla scalinata di Capitol Hill, sede del Congresso a Washington, nei quali si chiedeva all’amministrazione Trump di firmare un Green New Deal fondato su energie rinnovabili, abbandono dei combustibili fossili, tutela della biodiversità e implemento dell'agricoltura sostenibile. Fortemente ispirata dall’impegno della carismatica Greta Thunberg, l’attrice due volte Premio Oscar aveva ribadito sui social la sua decisione: « Sarò in Campidoglio ogni venerdì, pioggia o sole che sia, incoraggiata dall'incredibile movimento creato dagli adolescenti. Non posso lasciare che i politici ignorino o, ancora peggio, potenzino le industrie che stanno distruggendo il pianeta Terra. Una crisi collettiva ha bisogno di una risposta collettiva».

In perfetto e coerente equilibrio fra pensiero e azione, Jane Fonda ha messo la sua fama al servizio del movimento Oil Change International rimarcando a chiare lettere: «Sono un’attivista per il clima da lungo tempo, e ho fatto conseguenti scelte di vita privata: guido un’auto elettrica, riciclo, mangio meno carne, evito la plastica. Ma sono consapevole che queste scelte individuali non possono cambiare le cose con la necessaria velocità».

Accusata di dimostrazione illegale, con la rampante e immutata convinzione di quando nel 1970 – su ordine diretto dell'allora presidente Richard Nixon – fu arrestata al ritorno dal Canada, dove aveva protestato contro la guerra in Vietnam, Jane Fonda all’indomani del primo fermo, senza ripensamento alcuno, ha commentato la sua impresa: «L’unico problema per me è che sono vecchia, ho avuto difficoltà a salire sul veicolo della polizia perché ero ammanettata dietro la schiena e non avevo niente e nessuno a cui aggrapparmi».

L’età, dunque, è soltanto un piccolo e irrilevante dettaglio. E Jane Fonda – col megafono e l'immancabile cappotto rosso, costante cromatica della sua protesta – continuerà la sua battaglia fino a gennaio. Per poi ricominciare.


Domenico Marcella

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