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Delta del Mekong, la terra sprofonda e il mare si alza: a rischio milioni di persone

Lo sprofondamento del terreno potrebbe non essere l’unica conseguenza

Credit Foto - Jörg Peter - Pixabay

Il Delta del Mekong è più basso di quanto si pensasse: il lento e progressivo sprofondamento del suolo, insieme all’innalzamento del livello dei mari, minaccia l’esistenza di oltre 21 milioni di residenti nella regione. Ma anche la sicurezza ambientale di tutto il Vietnam è a rischio: da questo territorio proviene il 56% del riso prodotto nel Paese. A suonare l’allarme sono gli ultimi studi sull’emergenza ambientale che suscitando profonde preoccupazioni tra i vietnamiti esortano le autorità di Hanoi ad urgenti azioni di contrasto.

Con i suoi 40.577 chilometri quadrati d’estensione, quello del Mekong è il terzo delta al mondo per grandezza. Questo è il luogo dove l’imponente fiume incontra il Mar Cinese meridionale (Mar Orientale per i vietnamiti), dopo aver attraversato Cina, Myanmar, Laos Thailandia e Cambogia. Negli ultimi anni, gli esperti hanno denunciato che il delta sta affondando e potrebbe scomparire nel corso di un secolo. Ma le ultime ricerche dimostrano che questo potrebbe accadere prima del previsto.

Lo scorso settembre, un gruppo di scienziati olandesi ha affermato che il delta del Mekong in Vietnam ha una “elevazione media estremamente bassa” di circa 0,8 metri sul livello del mare; il dato è drammaticamente inferiore ai 2,6 metri ipotizzati in precedenza dalle “Shuttle Radar Topography Missions” della statunitense National Aeronautics and Space Administration – la Nasa. Condotto dal prof. Philip S. J. Minderhoud ed un gruppo di ricercatori dell’Università di Utrecht, lo studio afferma che con l’attuale tasso di subsidenza [sprofondamento], il delta potrebbe trovarsi sotto il livello del mare di 0,8 metri entro 57 anni, richiedendo il trasferimento di oltre 12 milioni di persone.

Gli studiosi olandesi affermano che ogni anno il livello del Mar Orientale si alza tra i 3 ed i 4 millimetri, mentre alcune zone rurali della regione sprofondano da 1 a 2 centimetri. Nelle aree urbane, quest’ultimo dato aumenta a circa 2,5cm. Tra il 1991 ed il 2015, il terreno si è abbassato di 18cm. Per la subsidenza del Delta del Mekong, numerosi esperti incolpano l'innalzamento dei mari dovuto ai cambiamenti climatici e le attività umane; ma sono tutti più inclini verso il lato umano: rapida urbanizzazione, sfruttamento delle risorse idriche sotterranee, estrazione di sabbia e dighe sono le principali cause.

Residenti nelle province costiere riferiscono che un tempo scavavano pozzo profondi da 5 a 7 metri, per ottenere acqua fresca. Ora sono sempre più necessarie cavità da 130 a 150 metri e pompe ad alta capacità. I ricercatori di Utrecht sottolineano che ogni giorno la popolazione del Delta utilizza 2,5 milioni di litri d'acqua estratta. Asportare un tale quantitativo causa la riduzione della pressione nel sottosuolo, agevolando il fenomeno della subsidenza.

A fine ottobre scorso, il prof. Minderhoud ha affermato che, qualora la regione continuasse un simile sfruttamento, lo sprofondamento del terreno potrebbe non essere l’unica conseguenza: quello che resta delle falde rischia di essere contaminato dall'acqua del mare. Il docente ha anche citato la significativa diminuzione dei sedimenti nel Delta come una dei fattori per la sua subsidenza. La colpa di ciò è ascrivibile alle attività di estrazione della sabbia e la costruzione di numerose dighe nei Paesi a monte. Secondo le ricerche dello lo Stimson Center, centro sudi statunitense, lungo il Mekong sono state costruite 102 dighe: 11 in Cina e 64 in Laos (grazie agli investimenti di Pechino). Al momento, sono in costruzione altri 64 impianti.

AsiaNews



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