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Ecco come è stato il “venerdì verde” in favore dell’ambiente

L’appello per il “Fridays for Future” (“Venerdì per il Futuro”), era partito dalla sedicenne svedese Greta Thunberg

di Antonio Tarallo
Credit Foto - Freepik

Zaini in spalla, jeans e un bel po’ di musica. Ragazze e ragazzi provenienti da diverse scuole romane (dalle elementari alle università), uniti da un unico obiettivo: porre l’accento dell’informazione pubblica sul gravissimo problema dell’ecologia. I ragazzi sanno che è arrivato il momento di difendere il pianeta che sta subendo – sempre più –gravissimi attacchi che non fanno, certo, sperare per il futuro. E i giovani amano il futuro.

Sembra un festa quella che i romani si sono trovati davanti, stamattina, vicino la nota piazza romana di Piazza Venezia. Per la precisione, la piazza si chiama Madonna di Loreto. La chiesa intitolata alla madonna “marchigiana” dà il nome alla piazzetta che si trova a due passi da quella “simbolo” di Roma.   Una festa di primavera, si potrebbe definire, complice il bel sole e l’aria temperata. C’è una giovane “coppietta” – tanto ricorda la famosa poesia di Prevert, “Giovani amanti” – che in tutto questo “vivo” (nel senso che dà vita) chiasso della manifestazione, coglie l’occasione per scambiarsi qualche bacio in più, un bacio “ecologico”, da vivere all’insegna della difesa dell’ambiente. Poi più in là, una scolaresca intera, brandire alcuni cartelli che parlano chiaro: “No inquinamento, viva il cambiamento”. Oppure, “Ci riprendiamo il nostro futuro”, o un altro che dice: “Non abbiamo un altro pianeta”. Questo, in sintesi, uno scenario che coinvolge oggi tutta l’Europa. Oltre 900 manifestazioni in 80 paesi. In Italia ben 109 piazze coinvolte.

L’appello per il “Fridays for Future” (“Venerdì per il Futuro”), era partito dalla sedicenne svedese Greta Thunberg. E’ stata lei – dal palco del Cop24 – a parlare, con estremo coraggio, in difesa del clima e dell’ambiente.  E, oggi, migliaia di giovani si sono uniti alla sua voce per “gridare” in difesa del futuro del pianeta. In una nota delle associazioni studentesche si legge: “I cambiamenti climatici dovuti all’attività umana stanno avendo un forte impatto sul nostro pianeta, alterandone significativamente gli equilibri ambientali. Gli effetti di questi squilibri si riversano anche in campo economico e sociale: ne sono un esempio le migrazioni di intere popolazioni che abbandonano le loro terre rese ormai invivibili dai disastri, dall’inasprimento delle condizioni climatiche e dallo sfruttamento irresponsabile delle risorse da parte dell’uomo. La COP 24 di dicembre inoltre non è riuscita a rasserenare gli animi circa gli impegni dei potenti della Terra per risolvere il problema”.

 “Siamo qui perché ormai la situazione ci preoccupa tanto. Le malattie respiratorie e tutto questo smog, il surriscaldamento del pianeta, la Natura che sembra quasi cercare di riprendersi il maltorto…se continuiamo così distruggeremo la terra. Non è più possibile tacere”, parola di Veronica, 21 anni, studentessa universitaria. E’ alla moda, Veronica. Una ragazza come tante, ma ha nel cuore – fin da piccola – le sorti della terra.  “Da bambina giocavo a casa dei nonni, in campagna. Sono loro che mi hanno insegnato a piantare nel terreno, tante piante. Sono loro che mi hanno educata all’ecologia”.

Vicino a lei, Luca, 22 anni. Anche lui, universitario. “Mi ha molto colpito Greta! Il suo coraggio e la sua determinazione. Ha avuto il coraggio di dire la verità davanti a tutti. Noi, oggi, siamo qui perché lei ci ha dato la forza di gridare che dobbiamo prenderci cura della terra”. A questa ultima affermazione, allora, la domanda è d’obbligo: “Parli, Luca, di prenderci cura della terra. E, allora, cosa ne pensi di San Francesco…Immagino che sai il suo amore per la Natura…”. Mi ferma subito, e comincia lui con tono deciso. “San Francesco, è un grande! Io non sto tanto dietro alla Chiesa, e a quelle cose lì. Non vado a messa. Ma San Francesco, per tutto quello che ha fatto, per tutta la sua passione per ogni creatura sulla terra, per la Natura, bisognerebbe prenderlo come modello per Oggi. Di questo sono sicuro”.

Poi ci sono i più piccoli. Più variopinti, sicuramente. E anche, più chiassosi. Urlano “Ci siamo rotti i polmoni”, lo gridano in maniera goliardica. Il loro grido riempie la piazza, e sembra quasi che i loro cori sovrastino le teste di tutti i partecipanti alla manifestazione.

Michela, frequenta il liceo scientifico. Ha la stessa età di Greta, sedici anni. Ci dice: “E’ bello essere qui, noi giovani, tutti insieme per il futuro della terra. Non so cosa potrà produrre questa manifestazione, ma intanto era importante esserci. La mia classe è venuta quasi tutta. E io sono contenta di manifestare anche io per l’ambiente, per il nostro futuro. Vorrei una terra diversa. Senza tutti questi problemi ambientali. Ci fanno male, giorno dopo giorno, e non ci accorgiamo di quello che sta accadendo. Bisogna dire basta a tutto questo”. Michela, è cattolica, mi dice, conversando con lei. E allora, le faccio una domanda: “Secondo te, se fosse presente San Francesco, sarebbe qui, assieme a voi?” E lei, senza nessuna esitazione mi dice: “Sicuramente sì”.

E allora, piace immaginarlo qui, San Francesco di Assisi. Con magari anche lui qualche cartello e uno zaino in spalla. Ovviamente, di tela di sacco.



Antonio Tarallo

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