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Economia: Assisi la nuova Davos francescana

Rallentare e ragionare sul valore che creiamo con le nostre azioni

di Enzo Fortunato
Credit Foto - Roberto Pacilio

Con l’appuntamento voluto da Papa Francesco a marzo nella città del Poverello, Assisi si candida ad essere la nuova Davos francescana. “Percorsi Assisi” e “The Economy of Francesco”, sono il segno di una positiva contaminazione di visioni ed esperienze, con alcuni dei valori propri del cammino francescano, quali ad esempio lo stupore di fronte al reale, la cura dell’ambiente come casa comune, la capacità di accogliere l’altro nella differenza e la condivisione fraterna.



Ma andiamo con ordine.

Il tempo che viviamo, con la sua frenetica rincorsa alla velocità del progresso a tutti i costi, ci impone di rallentare e ragionare sul valore che creiamo con le nostre azioni. Ciò che oggi manca è l’allenamento alla lentezza. Non una lentezza sterile, fine a sé stessa, ma ragionata, che stabilisce delle priorità e fissa degli obiettivi a lungo termine. Assisi vivrà da settembre a marzo giornate intense di confronto e dialogo sui temi dell’economia, dell’ambiente e della fraternità: lavori di gruppo, seminari e passeggiate all’aria aperta, alla ricerca di sé stessi e di un diverso e più profondo rapporto con la realtà, grazie ad un sano confronto tra mondi lontani ma non virtuali.



Da sempre i francescani hanno avuto a cuore la società e l’economia. Lo stesso Francesco, che visse nel pieno di una rivoluzione economica e sociale, diede vita ad un tipo di struttura che, invece di essere piramidale, era circolare e soprattutto, diede vita al concetto di fraternità. Il poverello d'Assisi pretese che nessuno dei suoi confratelli fosse superiore all'altro, compreso sé stesso: «E nessuno sia chiamato priore, ma tutti allo stesso modo siano chiamati minori» (Regola non bollata, FF 21).



Potrebbe sembrare forzato associare il pensiero economico ai precetti del Santo d'Assisi, ma in realtà la vicinanza è molto più forte di quello che si possa pensare. Pochi sanno, infatti, che il primo monte di pietà venne fondato da un francescano, padre Barnaba Manassei a Perugia, nel 1462. I monti di pietà o monti Frumentari erano nati per calmierare il costo del denaro a favore della forza lavoro: una specie di microcredito a bassissimo interesse che liberava i meno abbienti dalla morsa dell'usuraio o un’anticipazione di grano e orzo per la semina. Siamo di fronte a una concezione estremamente solidale dell'economia, che nasce non come formula di guadagno, ma di aiuto nei casi di difficoltà.



È un modo di tratteggiare l'economia che andrebbe applicato alla nostra contemporaneità. La parola chiave, che oggi meglio di altre esprime le nuove esigenze di circolarità della società, è fraternità. Quella fraternità voluta da Papa Francesco, che ha convocato ad Assisi d
al 26 al 28 marzo i giovani economisti da tutto il mondo, in un’occasione unica per un futuro migliore “The Economy of Francesco”. Un insieme di esperienze e contenuti sui vari modelli di economia, con un appello rivolto agli under 35 di mettersi insieme e tirare fuori, condividendo, quella che per loro è la gestione del domani. Assisi non sarà un involucro sterile di questo appuntamento, diventerà luogo di meditazione, riflessione e progettazione. Dobbiamo, insieme a questi ragazzi, costruire un’economia improntata alla crescita dell’uomo, al suo sviluppo integrale e all’armonia tra le persone. Un appello ai giovani di tutto il mondo a partecipare all’evento di Assisi per cambiare insieme l’oggi, migliorando il nostro futuro (www.francescoeconomy.org).  


Sempre nella città di San Francesco, dal 31 agosto all’8 settembre, si terrà “Percorsi Assisi” (www.percorsiassisi.it), un evento dove s’incontreranno i più grandi economisti mondiali e gli studenti universitari: laboratori del pensiero e dell’azione, in cui i giovani verranno chiamati a ricercare, riflettere, dialogare e lavorare insieme.


I giovani, per Papa Francesco, sono il cuore della società. Più di una volta il Pontefice ha chiesto loro di tirare fuori il coraggio: «Di essere rivoluzionari, di andare controcorrente e di ribellarsi a questa cultura del provvisorio. Per favore, non lasciate che altri siano protagonisti del cambiamento! Voi siete quelli che hanno il futuro! […] Vi chiedo di essere costruttori del mondo, di mettervi al lavoro per un mondo migliore».


 

Dal Cantico dei Cantici al Manuale di gestione d’impresa; dalle riflessioni in mezzo alla natura alla stesura di un libro sull’economia circolare. Disegnare il futuro per dare nuovo respiro all’umanità.



Enzo Fortunato

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