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Esiste il razzismo nel calcio? Ecco l'analisi

C'è una enorme sottovalutazione del problema

di Mario Scelzo

Da Gigi Riva a Gianluca Vialli, passando per Bobo Vieri e Pippo Inzaghi, senza dimenticare Luca Toni ed Alberto Gilardino che ci hanno fatto alzare la Coppa del Mondo in Germania nel 2006, la scuola italiana ha sempre prodotto attaccanti di primissimo livello, fuoriclasse che hanno fatto sognare in epoche diverse milioni di italiani. Purtroppo negli ultimi anni la scuola italiana (lo testimonia l’esclusione dagli ultimi Mondiali, che fa seguito a due eliminazioni nella fase dei gironi) appare abbastanza appannata, ed in attacco ci dobbiamo accontentare dei vari Zaza, Belotti, Immobile, Pellè, Gabbiadini, validi giocatori ma senza offesa non dei fuoriclasse. Attualmente, la speranza per il calcio italiano, almeno per il ruolo di attaccante, risponde al nome di Moise Bioty Kean, più conosciuto semplicemente come Kean.

Nato in Italia nel 2000, figlio di genitori originari della Costa d'Avorio e arrivati a Vercelli nel 1990, Kean, già noto magari agli addetti ai lavori che seguono le nazionali di calcio giovanile, è letteralmente esploso negli ultimi due mesi, nel corso dei quali ha trovato continuità nella Juventus segnando 5 goal, ha esordito sempre con la Juventus in Champions League e soprattutto ha esordito da titolare nella Nazionale Maggiore (in realtà aveva già fatto il suo esordio ma partendo dalla panchina) battezzando tale esordio con un goal, diventando all’età di 19 anni e 23 giorni il secondo giocatore più giovane ad aver segnato con la maglia della nazionale italiana di calcio.

Una bella storia ma in fondo “normale” nello sport, se non fosse per il colore della pelle di Kean e per le polemiche che hanno accompagnato alcune sue esultanze. Esiste un problema razzismo nel nostro paese? Esiste il razzismo nel calcio? Proviamo ad analizzare la situazione.

Prima di tutto, dobbiamo segnalare che i buu razzisti negli stadi italiani sono purtroppo una triste costante. Chi un minimo segue il calcio, avrà notato che si tratta di un fenomeno tutto “italiano”, il nostro paese sconta un enorme ritardo culturale rispetto ad altri paesi, si pensi all’Inghilterra, che hanno negli ultimi anni fatto passi da gigante per quello che riguarda sia l’ordine pubblico sia il contrasto al razzismo. Purtroppo, quello che si percepisce è che aldilà di sporadiche iniziative, ci sia da parte del “sistema calcio italiano” una enorme sottovalutazione del problema, spesso relegato a “qualche scemo che fischia”, ma mai preso di petto, e questo fa sì che sia molto più probabile sentire gli ululati razzisti nel campionato italiano rispetto a quello inglese o tedesco.

Non è un caso che a prendere pubblicamente posizione contro i cori razzisti siano stati Carlo Ancelotti e Roberto Mancini, attualmente allenatori del Napoli e della Nazionale, ma entrambi con un vasto curriculum internazionale. Qui un estratto delle loro parole, iniziamo da quelle di Ancelotti dopo Inter – Napoli ed i cori di San Siro contro il difensore del Napolo Koulibaly: ''C'è stato un ambiente un po'particolare. Koulibaly era agitato e nervoso e questo non va bene per noi e non va bene per il calcio italiano - le parole del tecnico. Le partite si possono interrompere, voglio sapere però quando si devono interrompere. Abbiamo chiesto tre volte alla Procura federale la sospensione per gli ululati contro Koulibaly. Ci sono stati gli annunci, ma non è bastato, hanno continuato. La prossima volta ci fermiamo noi, magari ci danno la sconfitta a tavolino”.

Così si è espresso recentemente invece Roberto Mancini: “L'atteggiamento usato contro Kean è insopportabile. Bisogna stigmatizzare i buu razzisti, non se ne può più. Serve prendere posizione, agire anche duramente, affinché queste cose finiscano”.

Tornando a Moise Kean, cosa è successo a Cagliari? Lo scorso 2 Aprile alla Sardegna Arena c’è stato l’ennesimo episodio razzista. Subito dopo aver depositato in rete il pallone del 2 a 0 il giovane attaccante della Juventus ha infatti voluto festeggiare il suo gol affrontando occhi negli occhi la curva del Cagliari. La scelta del giocatore ha scatenato la reazione dei tifosi sardi, che hanno fatto partire alcuni buu razzisti nei confronti dell'attaccante juventino e degli altri giocatori di colore. La reazione di parte della tifoseria, ha poi a sua volta generato quella dei giocatori della Juventus (Matuidi in testa) che si sono subito lamentati con l'arbitro Giacomelli.

Dopo l'annuncio dello speaker, che ha ricordato ai tifosi l'elenco dei divieti (compreso quello sui cori razzisti), la partita è potuta riprendere ed è terminata senza ulteriori cori nei confronti di Mose Kean. "C'è stato qualche buu razzista, ma Moise deve pensare ad esultare con la squadra – ha dichiarato nel post gara Leonardo Bonucci – La curva ha sbagliato e Kean ha sbagliato. Ora guardiamo avanti".

Hanno destato molto scalpore, specialmente all’estero, le parole di Bonucci, il quale sostanzialmente ha “giustificato” i razzisti, “provocati” dalla esultanza di Kean. Certo, non è mai bello vedere esultare il tuo avversario, ma stupisce che secondo Bonucci questo possa giustificare gli ululati razzisti. Ascoltiamo ad esempio quanto detto da Lilian Thuram, ex difensore della Juventus e della nazionale francese, ormai figura di riferimento della lotta al razzismo anche tramite la sua fondazione omonima: “Bonucci dice qualcosa che in molti pensano: i neri si meritano ciò che capita loro. La domanda giusta da fare a Bonucci invece sarebbe: cosa ha fatto Kean per meritarsi tanto disprezzo? Bonucci non dice mai ai tifosi che hanno torto, ma a Kean che se l’è cercata. È come quando una donna viene stuprata e c’è chi parla del modo in cui era vestita. È a causa di gente così che non si fanno avanzare le cose”.

Chi scrive, come moltissimi italiani, è appassionato di calcio, e sarebbe felice di parlare delle caratteristiche tecniche di Kean, delle sue affinità in campo con Chiesa o Bernardeschi, delle prospettive della nazionale dei giovani etc… Onestamente fa tristezza dover perdere tempo a commentare episodi di razzismo che fanno fare brutta figura a tutta l’Italia. Auspico questo sia l’ultimo anno del “calcio razzista”, spero prese di posizione forti come quelle di Ancelotti e Mancini, come quelle degli stessi calciatori tipo Matuidi e Koulibaly possano servire a relegare il razzismo tra le pagine del passato.

Al giovane Moise Kean auguro, da tifoso romanista, di segnare tanti goal con la nazionale, ma di rimanere a digiuno quando affronterà la Roma del suo amico Niccolò Zaniolo, altro talento cristallino del nostro calcio.



Mario Scelzo

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