Giornalisti: +18% uccisi in 5 anni, 55% in Paesi in pace
Report Unesco. Sassoli, non c'è democrazia senza libertà stampa
Fino a qualche tempo fa i giornalisti morivano nei teatri di guerra, nei Paesi in conflitto, ora vengono uccisi se denunciano fatti politici, criminalità e corruzione. Le uccisioni sono aumentate del 18 per cento nel mondo nel quinquennio 2014-2018 rispetto ai cinque anni precedenti, e il 55% degli omicidi ha avuto luogo in Paesi "in pace". Quasi il 90% dei responsabili delle uccisioni dei 1.109 giornalisti assassinati tra il 2006 e il 2018 non è stato punito. E' quanto rileva un rapporto dell'''Unesco pubblicato in occasione della quinta edizione della Giornata internazionale per porre fine all'impunità per i crimini contro i giornalisti,. Anche il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha voluto partecipare alla celebrazione di questa Giornata. ''Non c'è democrazia senza la libertà di stampa - ha scritto su twitter - Nel giorno internazionale per porre fine all'impunità dei crimini contro i giornalisti, rendiamo omaggio a Daphne Caruana Galizia, Jan Kuciak e a tutti quelli in tutto il mondo che hanno perso la vita e hanno subito attacchi per aver svolto il loro lavoro". ; Daphne Caruana Galizia ,giornalista e blogger maltese, impegnata in numerose inchieste e attiva contro la corruzione, è stata assassinata in un attentato dinamitardo nel 2017, mentre Ján Kuciak , giornalista slovacco, impegnato in indagini sulla gestione di fondi strutturali dell'Unione europea nel suo paese è stato trovato ucciso nella sua abitazione nel febbraio 2018.
L'indagine segnala che i Paesi con il più alto tasso di vittime tra i giornalisti sono gli Stati Arabi, seguiti da America Latina, Caraibi e Asia, e che a essere presi di mira sono sempre più spesso i giornalisti che si occupano di fatti politici, criminalità e corruzione. Negli ultimi anni, inoltre secondo l'indagine, i giornalisti e i professionisti dei media hanno visto aumentare e peggiorare gli attacchi alla loro sicurezza fisica. Il loro lavoro è sempre più ostacolato da minacce di perseguimento penale, arresti, detenzione, negazione dell'accesso alle informazioni, mancanza di indagini e procedimenti penali per reati nei loro confronti. Nel rapporto l''Unesco, registra tuttavia un calo del numero di omicidi nei primi 10 mesi del 2019 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con 44 omicidi di giornalisti segnalati al 30 ottobre 2019, rispetto ai 90 della stessa data del 2018. Resta comunque preoccupante, come ha sottolineato il Segretario Generale dell'Onu, Antonio Guterres che crescono gli attacchi contro le donne giornalista:''le più esposte alla violenza di genere, alle espressioni di odio a sfondo sessuale alle minacce e aggressioni sessuali''.
''Quando i giornalisti sono presi di mira, la società nel suo complesso paga il prezzo'' ha dichiarato Guterres. "Se non riusciamo a proteggerli, sarà estremamente difficile per noi rimanere informati e contribuire al processo decisionale. Se i giornalisti non riescono a fare il loro lavoro in sicurezza, il mondo di domani sarà segnato da confusione e disinformazione", ha aggiunto. Infine, ha detto''senza libertà d'espressione e media liberi sarà impossibile far progredire la democrazia e raggiungere gli obiettivi di sviluppo durevole che ci siamo preposti''.
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