Il cardinale Cláudio Hummes ad Assisi: “Francesco ci indica la via per combattere la crisi climatica”
Interviste ai Cardinali Czerny e Hummes
Concluso il Sinodo voluto da papa Francesco per l’Amazzonia, Il cardinale Cláudio Hummes giunge in visita Assisi per “un bagno di francescanità”. Il Santo - spiega il cardinale - rappresenta una preziosa fonte di ispirazione in “questo periodo di grande crisi ecologica”.
Eminenza, dopo il Sinodo per l’Amazzonia è qui ad Assisi, come mai? Cosa rappresenta per lei san Francesco?
Io sono un francescano e come tale per me Francesco rappresenta un padre. Venire qui oggi ad Assisi è stato molto emozionante. Francesco d'Assisi è una fonte d'ispirazione non solo per la Chiesa, ma per tutto il mondo soprattutto in questo contesto di grande crisi ecologica e climatica del nostro pianeta. Il messaggio di San Francesco ci indica il cammino da percorrere per combattere questa crisi. Oggi qui per me è stato come un ritiro spirituale, un bagno di francescanesimo.
Cosa potremmo fare per salvaguardare il Creato?
Prima di tutto direi a chi ha figli e nipoti di guardarli negli occhi, perché loro ci stanno chiedendo: "Cosa ne avete fatto del nostro futuro? Cosa state facendo per il nostro futuro? Il nostro futuro è senza futuro?". Cosa possiamo rispondere a questi ragazzi? Ci saranno alti costi da sostenere per rimediare ai danni che abbiamo fatto, c'è ancora del tempo per poter intervenire e salvare il nostro pianeta, ma senza un vero impegno rischiamo di arrivare al punto che non ce ne sarà più. Il Sinodo ha dimostrato che è possibile lavorare per risolvere questa crisi ambientale, che è collegata alla questione sociale perché i poveri e la Terra stanno lanciando insieme un solo grido di aiuto. Stiamo assistendo ad una crisi culturale, è una specie di etnocidio ed ecocidio. Etnocidio nel senso che stiamo togliendo l'identità, la cultura, la lingua e la spiritualità ai popoli dell'Amazzonia, questo è un etnocidio! Le persone restano, ma la loro cultura è stata rubata ed andrà persa. E l'ecocidio ha a che fare con la vita del territorio. Queste sono grandi questioni che il Sinodo ha affrontato e ha cercato di proporre nuove strade da poter percorrere. La Chiesa vuole fare la sua parte, ma è consapevole che servirà l'unione con tutte le forze di buona volontà che capiscono che è necessario un enorme sforzo, con dei costi considerevoli.
Nel Sinodo si è discusso anche dell'apertura ai preti sposati, cosa ne pensa? Qual è la sua posizione?
La mia posizione non conta, il Sinodo ha già parlato: il documento è stato approvato con una maggioranza molto ampia, più di 2/3 dei votanti. Nel documento si chiede al Papa che possano essere ordinati uomini sposati perché manca l'eucaristia in quasi tutte le missioni e le comunità, soprattutto nella foresta amazzonica, in cui le popolazioni non hanno la possibilità di ricevere i sacramenti fondamentali per la vita quotidiana, come la confessione sacramentale o l'unzione degli infermi. Hanno solamente la parola e la preghiera, certo c'è il battesimo però mancano i sacramenti che aiutano a vivere il Vangelo. Per questo il Sinodo chiede di poter ordinare uomini già eventualmente sposati, con una famiglia, adottando però una metodologia: prima di tutto devono essere diaconi permanenti che esercitino per qualche anno e che dimostrino di essere veramente capaci e meritevoli di essere sacerdoti. Tra questi diaconi si sceglierà quelli idonei. E' questo che è stato chiesto nel documento approvato.
INTRVISTA AL CARDINALE CZERNY
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