Il nuovo libro di Benedetto XVI: Ebrei e Cristiani, non nemici ma fratelli
Nel tempo difficile d’inizio millennio il volume Ebrei e cristiani è una buona notizia. I tre capitoli del libro riportano un articolo di papa Benedetto, la sua corrispondenza con il rabbino Arie Folger, alcuni dei testi più significativi del dialogo tra ebrei e cristiani. Il volume segna, così, il superamento di antichi pregiudizi all’origine di persecuzioni secolari ed evidenzia la fraternità con il popolo della prima alleanza. Papa Francesco sintetizza questa evoluzione con la frase: «Da nemici ed estranei siamo diventati amici e fratelli».
L’occasione immediata da cui ha avuto origine il libro è l’articolo di Benedetto XVI Grazia e chiamata senza pentimento, pubblicato in Germania e Francia all’inizio dell’estate del 2018. Severamente criticato da alcuni teologi cattolici, il testo veniva difeso dal rabbino capo di Vienna Arie Folger. Ne seguì una lettera di ringraziamento del Papa emerito al rabbino, il quale non solo rispose ma all’inizio di quest’anno si è recato in visita a Benedetto XVI a capo di una piccola delegazione nel monastero Mater Ecclesiae in Vaticano.
Come ha evidenziato poi Folger nella sorprendente prefazione al volume, l’intervento di Ratzinger non solo non ha fermato il dialogo ma ha fatto compiere notevoli passi in avanti. «In lui ho trovato un pensatore molto simpatico e profondo cui ripugnano l’antisemitismo e l’antiebraismo in tutte le sue forme». Posta la premessa che ebrei e cristiani hanno ciascuno un nucleo di fede cui non vogliono venir meno e che devono reciprocamente rispettare, Papa e rabbino individuano alcuni campi di futura collaborazione nell’ambito della pubblica moralità, della conservazione del creato, della difesa della pace nel mondo. FAMIGLIA CRISTIANA
Commenti dei lettori
NON CI SONO COMMENTI PER QUESTO ARTICOLO
Lascia tu il primo commento
Lascia il tuo commento
la cripta
di San Francesco
Rivista
San Francesco