Il Papa: no a cultura "usa e getta", l’economia torni ad un approccio etico
Urgente puntare ad un sistema economico giusto
In un mondo dove aumentano i livelli di povertà su scala globale e prevale la disuguaglianza, è urgente puntare ad un sistema economico giusto, in grado di rispondere alle sfide più radicali che si trovano davanti l’umanità e il pianeta. Lo ricorda il Papa ricevendo stamani in Vaticano i membri del Consiglio per un Capitalismo Inclusivo, che costituisce uno dei risultati del Fortune - Time Global Forum del 2016, avendo raccolto la sfida a ridurre il divario che separa la maggior parte delle persone dalla prosperità di cui pochi godono. Proprio 3 anni fa, aveva infatti ricevuto in udienza i partecipanti a quell’incontro, ricorda il Papa dopo aver ringraziato il cardinale Peter Turkson e quattro persone intervenute prima del suo discorso.
L’attività imprenditoriale è parte imprescindibile del servizio al bene comune specialmente se comprende la creazione di posti di lavoro ma, come ricordava San Paolo VI, non può limitarsi alla crescita economica: deve anche favorire la promozione di “ogni uomo e di tutto l’uomo”. Questo significa, dice Papa Francesco, molto più che “far quadrare i bilanci, migliorare le infrastrutture o offrire una più ampia varietà di beni di consumo”: comporta una conversione a rafforzare modelli economici basati sulla nostra generosità verso i bisognosi.
Un sistema economico privo di preoccupazioni etiche non conduce a un ordine sociale più giusto, ma porta invece a una cultura “usa e getta” dei consumi e dei rifiuti. Al contrario, quando riconosciamo la dimensione morale della vita economica, che è uno dei tanti aspetti della dottrina sociale della Chiesa che dev’essere pienamente rispettata, siamo in grado di agire con carità fraterna, desiderando, ricercando e proteggendo il bene degli altri e il loro sviluppo integrale.
L’incoraggiamento del Papa al Consiglio è quindi quello di perseverare lungo “il cammino della generosa solidarietà e a lavorare per il ritorno dell’economia e della finanza a un approccio etico che favorisca gli esseri umani”. E’ stata proprio la crisi finanziaria che ha investito il mondo nel 2008, a mostrare che “un sistema economico sano non può essere basato su profitti a breve termine”, a spese di investimenti produttivi, sostenibili e socialmente responsabili a lungo termine, sottolinea il Papa.
Gli sforzi di questo Consiglio per un capitalismo inclusivo ricordano, poi, la chiamata a servire il bene comune cercando di aumentare i beni di questo mondo e di renderli più accessibili a tutti.
In definitiva, non si tratta semplicemente di “avere di più”, ma di “essere di più”. Ciò che occorre è un profondo rinnovamento dei cuori e delle menti così che la persona umana possa essere sempre posta al centro della vita sociale, culturale ed economica.
“La vostra presenza qui è quindi un segno di speranza”, conclude esprimendo gratitudine per l’impegno a promuovere una economia più giusta ed umana per costruire un mondo migliore, tenendo conto dell’intera persona e delle future generazioni, perché un capitalismo inclusivo, che non scarta nessuno, è una nobile aspirazione, degna di sforzi.
Debora Donnini - Vatican News
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