Luna, 50 anni dal primo sbarco
Ricorrono in questi giorni i 50 anni dal primo sbarco sulla luna
di Mario Scelzo
“Laudato si', mi' Signore, per sora luna e le stelle, in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle”, scriveva San Francesco nel 1224 nel Cantico dei Cantici, non potendo mai immaginare che un giorno l’uomo avrebbe messo piede su “sorella luna”.
Come è noto, ricorrono in questi giorni i 50 anni dal primo sbarco sulla luna. La missione della Nasa (l’ente spaziale americano) Apollo 11 partì da Cape Canaveral in Florida alle ore 13.32 del 16 Luglio 1969 e portò all’allunaggio degli astronauti Neil Armstrong e Buzz Aldrin avvenuto alle ore 20.17 del 20 Luglio 1969.
Molti commentatori in questi giorni stanno prendendo spunto da tale ricorrenza per tracciare un bilancio sia di quell’evento specifico ma direi soprattutto di quel lungo periodo di esplorazioni spaziali.
Lo sbarco sulla luna è il momento più famoso della cosiddetta Corsa allo Spazio, un periodo storico che possiamo circoscrivere tra il 1957 ed il 1975 e che vede duellare i russi e gli americani non più nello spazio terreno ma in quello celeste. Quando scrivo cerco di immedesimami nel lettore, il quale se è più giovane di me che di anni ne ho 38, faticherà a comprendere il contesto storico (del quale anche io ho solo vaghissimi ricordi diretti) che vedeva il mondo suddiviso in due blocchi contrapposti: quello sovietico e quello americano/occidentale.
Mi spiego meglio, la corsa allo spazio è stata sospinta e sostenuta economicamente da due motori, quello scientifico ma direi soprattutto quello politico: conquistare lo spazio per far prevalere la propria visione del mondo. Le due superpotenze si sfidarono nella rincorsa a sempre maggiori successi spaziali nel lancio di missili, satelliti, nella conquista della Luna e di pianeti del sistema solare, nel periodo compreso all'incirca tra il 1957 e il 1975, anno nel quale, in una sorta di “disgelo dei cieli”, le due superpotenze compirono una missione congiunta dal nome Apollo – Sojuz.
La Corsa allo Spazio ebbe ufficialmente inizio il 4 ottobre 1957 quando l'Unione Sovietica lanciò con successo lo Sputnik 1, il primo satellite artificiale ad essere messo in orbita attorno alla Terra. A causa delle implicazioni militari ed economiche, lo Sputnik provocò timori e dibattiti politici agitati negli Stati Uniti, che incitarono l'amministrazione Eisenhower ad approvare diverse iniziative, tra cui la costituzione della NASA, per contrastare le capacità scientifiche e ingegneristiche messe in campo dal “nemico” sovietico.
Successivamente alla missione Apollo 11, gli americani sono sbarcati per altre 5 volte sul suolo lunare, portando complessivamente 12 astronauti sul nostro satellite; l’ultima missione lunare americana, la Apollo 17, ha toccato il suolo lunare il 7 dicembre del 1972. Per quanto riguarda i russi, sono oltre 50 le missioni di allunaggio effettuate tra il 1959 ed il 1976, ma tutte senza equipaggio a bordo.
Successivamente al 1975, l'attenzione dell’opinione pubblica americana si volse sullo Space Shuttle e sulle missioni con equipaggio nelle orbite basse. In risposta a questo cambio di direzione anche l'Unione Sovietica iniziò a lavorare ad un progetto di shuttle, mettendo fine nel 1976 al proprio programma lunare.
Per dirla in termini semplici (mi scuserà qualche lettore esperto della materia) gli americani abbandonano la Corsa alla Luna comprendendo le potenzialità tecnologiche dell’utilizzo dei satelliti, grazie o per colpa dei quali oggi siamo sempre “rintracciabili”: basta possedere uno smartphone e tramite il sistema GPS chi vuole (sia chiaro, non è che il primo che passa accede ai dati di un satellite) può conoscere ogni nostro spostamento. Problemi di privacy a parte, non ce ne rendiamo conto nelle nostre azioni quotidiane ma i satelliti sono parte integrante della nostra vita, in ambiti che vanno dalla sicurezza nazionale alla mobilità, dalle telecomunicazioni all’utilizzo delle nuove tecnologie.
A 50 anni di distanza non è esagerato dire che alcune speranze sono andate deluse, i primi “pionieri” vedevano nella Luna un luogo di espansione del globo terrestre, qualcuno addirittura ipotizzava di costruirci case, palazzi, monumenti. Resta però viva, sia negli occhi di chi la ha vissuta (in Italia chi ha più di 50 anni ricorderà certamente la telecronaca di Tito Stagno che annuncia: “Ha toccato, ha toccato il suolo lunare!”), sia nella fantasia di chi quelle immagini le ha viste qualche anno dopo, l’emozione di vedere l’uomo elevarsi fino a raggiungere “la luna e le stelle: in cielo le hai formate, chiare preziose e belle”.
Mario Scelzo
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