Nella palestra di Scampia: I boss mi chiedono di salvare i loro figli (VIDEO)
Palestre di vita: quei ragazzi salvati dallo sport
Storie di ragazzi di periferia, che vivono in luoghi abbandonati dalle istituzioni. Ragazzi a rischio. Ma che vengono salvati, tolti dalla strada grazie a palestre popolari, associazioni, organizzazioni no profit. Ragazzi che si riscattano grazie alla passione per lo sport, unica alternativa al nulla dei non-luoghi
Jlenia è una ragazzina nata e cresciuta a Scampia, Napoli. A 13 anni ha scoperto di avere un sogno: diventare una ballerina professionista. Un sogno nato grazie a una palestra del suo quartiere: la "Champion Center". Una struttura dove si impara il karate e la danza classica, e che ha aiutato tanti altri bambini di Scampia a trovare un interesse, un percorso da seguire.
E, poi, a volte, anche un lavoro. Gli insegnanti sono Massimo Portoghese e Caterina Gibelli, marito e moglie. Insieme hanno tolto centinaia di ragazzi dalle strade.
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Da questa palestra, fondata nel 1996, 60 giovani atleti sono arrivati in Nazionale. E alcuni proveranno ad andare alle Olimpiadi del 2020. Caterina ha formato ballerine che studieranno al San Carlo di Napoli. "Ma facciamo soprattutto un lavoro sociale - spiega Massimo - siamo presenti nella vita dei ragazzi, nelle loro difficoltà. Qui la maggior parte dei genitori è in carcere ed è molto più facile sbagliare che rimanere sulla strada giusta. Noi diamo un’alternativa, un obiettivo da raggiungere”.
In attesa della nuova sede, le attività si svolgono nei locali di una scuola elementare e di un centro ricreativo: "L’officina delle culture Gelsomina Verde". "Qui ai ragazzini dicevano: ti diamo 300 euro al giorno se fai il palo – racconta Alessandra Corona, educatrice del centro – oggi spieghiamo ai nostri bambini che un’altra via c’è. E che devono dire: io posso diventare quello che voglio essere. Abbiamo tre fratellini con la madre e il padre in galera e la nonna ai domiciliari.
Non vedono l'ora di far sapere ai genitori tutto quello che hanno imparato". "Ci sono dei boss – racconta Massimo – che mi chiedono di salvare i loro figli. Non vogliono che facciano la loro stessa fine"
Di Valeria TeodonioRepubblica.it
immagini di Sonny Anzellotti e Francis D'Costa
montaggio di Mariagrazia Morrone
grafica di Riccardo Pulvirenti
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