PADRE COLI, UN UOMO MITE APERTO AL DIALOGO
di Redazione online
Sarà ricordato come il Custode che con premura ha esercitato il mandato più lungo della storia del Sacro Convento. Ricordiamo il suo carattere mite e allo stesso tempo aperto al dialogo e al confronto. Sotto la sua guida, il Sacro convento di Assisi ha ospitato uomini provenienti dai più diversi cammini di vita. Ricordiamo, una per tutte, la prima visita ad Assisi di un comunista, Enrico Berlinguer, nella giornata della pace del 1983.
Tutta la sua opera terrena è stata ispirata dalla spiritualità francescana: l’attenzione al povero, all’ultimo, all’emarginato sono state il faro che ha illuminato il suo intero agire, ma che soprattutto ha perpetuato l’atteggiamento di Cristo verso ogni uomo, ogni donna, ogni giovane, ogni vita.
E vengono in mente le parole di un filosofo francescano, “nulla è grande dinanzi a Dio, ma tutto è ugualmente degno”. Con questo retroterra culturale, che è prima ancora spirituale e antropologica, che emergono con nitidezza l’ascolto, l’attenzione, la vicinanza e la missionarietà verso gli ultimi. Quattro chiavi di interpretazione che delineano un percorso, quello del cuore di Cristo, vicino al cuore dell’uomo.
Padre Coli ha saputo ascoltare i tanti poveri che hanno bussato, fisicamente ed idealmente, alla porta del Sacro Convento. Un ascolto che si è fatto concreto anche fuori dalle mura del Convento, nei centri di indigenza e di igiene mentale dell’Umbria, dove padre Vincenzo amava recarsi in solitudine, per offrire il sorriso e l’abbraccio di Francesco a coloro che la società del benessere dimentica. L’attenzione invece è stata riservata alle problematiche sociali, che la Caritas diocesana regolarmente sottoponeva alla sua attenzione, ricevendo sempre risposte pronte, generose e senza chiasso.
Si è voluto ospitare la loro progettualità, attraverso convegni, e non sono mancati dibattiti e congressi che ponessero al centro l’uomo e le sue problematiche. Il terzo termine è quello di vicinanza, e significa “raggiungere”. Raggiungere coloro che non possono arrivare a te, perché privi della libertà spirituale o fisica, perché dimentichi dei valori che chiarificano il cuore.
Padre Coli ha incentivato con determinazione i canali della comunicazione a tutti i livelli: basti pensare all'iniziativa "Con il cuore nel nome di Francesco". Progetti che, sotto la guida della Segreteria di Stato Vaticana e delle rispettive Nunziature, hanno generato una rete di solidarietà nobilitata dai valori del francescanesimo.
Padre Coli ha seguito ogni anno i progetti benefici: le scuole in Zambia e in Malawi, i ricoveri per orfani in Uganda, l’ospedale in Darfur, gli istituti specialistici, il dispensario medico per le popolazioni del Ciad e il nostro seminario in Burkina Faso. Ha seguito i progetti benefici con le premure di un uomo che si dedica ai suoi fratelli, né primi né ultimi, ma solo fratelli.
Che possa la tua anima riposare nel cuore di Cristo. E da lì accompagnare con il suo sorriso il cammino del Sacro Convento.
Redazione online
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