Premio alla cultura al sacerdote indiano Abraham Kavalakatt
di Roberta Gisotti
Un incontro grandemente partecipato dal pubblico ha fatto da cornice alla premiazione, mercoledì scorso, nella sede del Consolato generale d’Italia a New York, di mons. Abraham Kavalakatt, sacerdote indiano, salesiano, insignito dalla Fondazione Pantheon di una Targa al merito per il voluminoso saggio “Vie meravigliose di Dio”, dedicato a documentare ed esplorare quanto scritto e dibattuto dal Concilio Vaticano II ad oggi, sui perché e sui modi della salvezza divina dei non cristiani.
La ricerca di Dio e la possibilità di salvezza per tutti
Presenti alla cerimonia il console generale d’Italia Francesco Genuardi, il cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, il prefetto del Dicastero per la Comunicazione Paolo Ruffini, il prof. Luigi Frati, già rettore dell’Università La Sapienza di Roma ed altri illustri ospiti, che hanno animato il dibattito in una sala affollata e grandemente interessata al tema della ricerca di Dio e della possibilità della salvezza in Cristo, offerta a tutti gli uomini.
Dal Concilio Vaticano II ad oggi: insegnamenti e dibattiti
Tutti cercano in qualche modo Dio e la questione della salvezza – ha spiegato mons. Kavalakatt - è un tema di forte risonanza, oggi come anche prima del Concilio, che ha prodotto studi, interpellato esperti e teologi e che ha avuto una graduale sviluppo storico.
Opera ampia ed accurata
Ad un anno dalla sua pubblicazione, il libro - edito dalla Libreria Editrice Vaticana, nella collana Fede e dialogo– sta raccogliendo un’accoglienza tra il pubblico superiore alle aspettative, al di là del naturale interesse degli studiosi della materia per un’opera ampia ed accurata, con un grande corredo di riferimenti bibliografici, che raccoglie in 750 pagine gli insegnamenti dei Padri conciliari del Vaticano II e Magistero pontificio di Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco, riportandone anche gli echi, le adesioni e le critiche sollevate, interne ed esterne alla comunità ecclesiale.
Quale salvezza per i non cristiani
Un lavoro approfondito e prezioso, condotto dall’autore - ha sottolineato il cardinale Maradiaga – sul “rapporto fra teologia delle religioni e salvezza dei non cristiani, diventato più acuto dopo il Vaticano II”. “Il Magistero, naturalmente – ha aggiunto il porporato – non si è fermato al Concilio” ma “in relazione con la discussione teologica e con l’incremento del dialogo interreligioso, in diversi ambiti e in diversi livelli, i Papi hanno continuato l’insegnamento su questi temi”. E “come spesso capita II – ha osservato ancora il cardinale - dopo i pronunciamenti magisteriali, la riflessione teologica riprende e approfondisce i temi trattati. La storia del Concilio vaticano non costituisce un’eccezione a questa regola. Sappiamo anche bene, che per quanto riguarda i punti oggetto di questo lavoro, non tutti i contributi teologici potevano essere pacificamente accolti”.
I modi meravigliosi di Dio per raggiungere gli ‘altri’
Tra “le pagine più commoventi e innovative”, “nel percorso della grazia e della salvezza in Gesù Cristo che raggiunge ‘gli altri’ (i non cristiani) in modi ‘meravigliosi’, - tracciato dall’autore del libro - il porporato ha segnalato quelle dedicate agli insegnamenti più recenti di Francesco, attraverso l’analisi delle omelie di Santa Marta, le catechesi per le udienze generali e gli Angelus, dove possiamo capire che “la porta della salvezza è stretta ma sempre aperta tutti”.
Se ci sono altre vie, solo Dio le conosce
“La Chiesa accompagna l’uomo e indica la strada che Essa conosce”, ha ricordato infine mons. Kavalakatt. “Dio non ci ha rivelato altri progetti di salvezza. Egli è libero di raggiungere gli uomini come vuole ma a noi ha manifestato quest’unico modo, il modo trinitario di salvezza”. “Non sappiamo se ci sono altre vie possibili della salvezza perché l’unica rivelata da Cristo è questa ma se ci sono altre vie, solo Dio le conosce”. VATICAN NEWS
Roberta Gisotti
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