Regge la tregua fra turchi e curdi. Prosegue l’evacuazione di Ras al-Ain
Per Ankara l’accordo è solo una “pausa” e intende continuare secondo i “piani”
Le truppe curde appartenenti alle Forze democratiche siriane (Sdf) hanno avviato le operazioni di ritiro dalla cittadina di Ras al-Ain, nel contesto della tregua sottoscritta da Turchia e Stati Uniti nello scorso fine settimana. Il portavoce delle milizie arabo-curde Kino Gabriel sottolinea che tutti i combattenti hanno abbandonato l’area, nello stesso giorno in cui i militari statunitensi hanno lasciato la Siria per riposizionarsi in Iraq. “Non abbiamo più nessun combattente in città” afferma il militare in una nota.
Il cessate il fuoco di 120 ore mediato dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan e dal vice-presidente americano Mike Pence ha interrotto l’offensiva lanciata dai militari turchi oltreconfine, verso i curdi siriani. Una operazione secondo Ankara finalizzata a ripulire l’area dai “terroristi” (i combattenti curdi) e garantire la sicurezza dei confini. In realtà Erdogan vuole contrastare con ogni mezzo una espansione curda che potrebbe portare alla nascita di uno Stato autonomo.
In queste ore i vertici di Ankara hanno sottolineato una volta di più che l’accordo implica solo una “pausa” nelle operazioni per consentire la ritirata curda, non un cessate il fuoco. Il 19 ottobre decine di persone ferite sono state evacuate da Ras al-Ain grazie a un convoglio umanitario che ha avuto via libera all’ingresso nella cittadina sotto assedio.
In precedenza alcune fonti curde avevano attaccato la controparte turca e i loro alleati [gruppi mercenari in lotta contro l’esercito regolare siriano e milizie jihadiste], accusandoli di bloccare di proposito la fuga dei civili, dei combattenti e dei feriti. Ieri al riguardo è intervenuto il ministero turco della Difesa affermando che “non vi sono stati ostacoli” all’evacuazione, che prosegue in coordinamento con la controparte statunitense.
Sul fronte diplomatico l’attesa è per la giornata di domani, quando Erdogan incontrerà a Sochi Vladimir Putin. L’obiettivo di Ankara è delineare la “zona di sicurezza” fra Turchia e Siria, con la garanzia di una presenza turca in aree controllate - al momento - dalle truppe di Bashar al-Assad sostenute da Mosca. Erdogan ha infine chiarito che intende continuare con i suoi “piani”, se non sarà raggiunto l’obiettivo di espellere le milizie curde.
AsiaNews.it
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