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SALVO NOE': il conflitto genera conflitto

di Salvo Noè - Psicologo, pricoterapeuta

Litigare è stato sempre una modalità utilizzata da noi umani per confrontare idee in maniera animata. Come tutte le cose da noi generate è il modo che qualifica il risultato. Quindi è il come litighiamo che fa la differenza.


C'è un tipo di litigio intelligente che porta a crescere e ampliare la conoscenza tra persone. Un punto di vista diverso dal nostro può sicuramente allargare i nostri orizzonti. Per esempio, litigare per una coppia è normale. A volte liberatorio e utile. Non dovrebbe mai essere, come invece spesso accade, distruttivo, umiliante, doloroso o straziante. Fortunatamente, litigare in maniera intelligente è possibile perché i conflitti fanno parte di ogni relazione umana e in ogni coppia, se ben affrontati, rappresentano un’occasione di crescita per accedere ad un livello di amore più maturo ed adulto, in cui ci sia spazio per la negoziazione e la contrattualità. Per essere intelligente deve possedere queste qualità:

·  Saper ascoltare;

·  evitare giudizio dannoso;

·  utilizzare parole amorevoli;

·  cercare soluzioni adeguate per ambedue;

Poi c'è un tipo di litigio distruttivo che è quello che genera conflitto, blocco e violenza. Questo è da evitare a tutti costi per il malessere che produce.


In famiglia, Liti e contro-liti capitano più spesso di quanto possiamo immaginare durante la fase di sviluppo di ragazzi e adolescenti. I conflitti interni alla famiglia spesso sono dovuti a incomprensioni, gelosie, motivi futili, sui quali non si arriva ad un accordo, mandando all’aria tutte le certezze costruite fino a quel punto. Se ciò̀ accade sporadicamente, non necessariamente rappresenta un problema, ma quando litigare davanti ai figli diventa la quotidianità, i danni possono risultare permanenti.


Il giudizio distruttivo attiva:

·  Discomunicazione cioè, insultare, urlare e dire menzogne;

·  Giudizi dannosi;

·  Aggressività e violenza;

·  Non porta a soluzioni di crescita;

·  Crea ulteriori conflitti distruttivi.



In questi casi, a pagarne le conseguenze sono i figli che diventano spettatori di incomprensioni e offese continue, di accuse, critiche e recriminazioni. I figli imitano i genitori e se vedono che a ogni litigio il finale è sempre distruttivo, imparano a dialogare in modo conflittuale, fino a arrivare a possibili violenze sia verbali che addirittura fisiche. Molto spesso inoltre i genitori che litigano, coinvolgono i figli, chiedendo implicitamente o esplicitamente, di schierarsi dall’una o dall’altra parte, mediante ricatti affettivi. Inevitabilmente questi finiranno per sentirsi colpevoli del fallimento della coppia.



Inoltre, litigare davanti ai figli, genera in questi angoscia, paura di rimanere soli, emozioni quali ansia, rabbia e sensi di colpa, pensieri negativi che non li fanno crescere e sviluppare come dovrebbero. Questo può generare nel futuro di questi bambini spariscono così, e che pur volendo non si possono cancellare, ma al contrario si portano dentro, e sono destinati a condizionare gli atteggiamenti sociali ed emotivi dei ragazzi una volta cresciuti.



Quindi la cosa più importante è il modo come si litiga. Il conflitto genera conflitto, ma come di disturbi post traumatici che non Papa Francesco: "Nel dialogo c’è il conflitto, non dobbiamo temerlo né ignorarlo, ma risolverlo e trasformarlo in un anello di collegamento di un nuovo processo".



Salvo Noè - Psicologo, pricoterapeuta

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