Vedo un’umanità stanca perché ha smesso di camminare
di Enzo Fortunato
Attenzione, umiltà, felicità. Tre parole che racchiudono il senso di un’Italia che non spara, non sbraita, non odia.
È un altro Paese quello salito sul palco di “Con il Cuore”, il concerto di solidarietà di Assisi, un Paese diverso da quello che emerge sui social, sui giornali o in televisione.
Siamo tutti bravi a fare la voce grossa e a sentenziare:
“Io lo avrei ucciso quel ladro, io lo avrei fatto annegare quel migrante, io lo avrei espulso quel diverso”.
Eppure, forse questo ritratto crudele non ci assomiglia. “Con il cuore” ci ha dimostrato che questa Italia è più generosa di quanto pensassimo: sono centinaia di migliaia gli sms arrivati al 45515, il numero della solidarietà per sostenere le missioni francescane in Italia e nel mondo.
Comporre queste cinque cifre è un gesto silenzioso e discreto. Ma ha la forza creativa prorompente di un big bang. La forza di un vincolo tra chi non si conosce ma si ama, soprattutto nella sofferenza, nella povertà, nel bisogno, nel dolore.
“Abbi cura di me”: è il titolo del bellissimo pezzo che Simone Cristicchi ha cantato ad Assisi.
“Non vedo gente cattiva – ha detto Cristicchi in conferenza stampa - ma vedo un’umanità stanca. Un caro amico, don Luigi Verdi, dice che “l’umanità oggi non è stanca perché ha camminato tanto, ma perché ha smesso di camminare”.
Abbi cura di me allora, e di chi mi sta a fianco, e del mondo intorno a noi, perché tutto ricominci a camminare con energia e generosità.
Enzo Fortunato
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