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Volontariato: l'oro d'Italia, la mano tesa di Cristo

Far parte di una ong o essere un semplice volontario ultimamente in Italia è diventato un compito coraggioso

di Roberto Pacilio
Credit Foto - Pixabay

Una notizia che ti lascia senza parole. Otto italiani, che avevano a cuore l’Africa e le sue tantissime difficoltà, hanno perso la vita nello schianto dell'aereo dell'Ethiopian Airlines vicino Addis Abeba. Storie di volontari e cooperanti in prima linea per aiutare gli altri. Sempre pronti a mettersi in gioco per gli ultimi. Il destino ha voluto morissero nella loro Africa. Un destino difficile da accettare e che lascia il segno. Quel segno che proprio loro hanno impresso nei cuori delle tante persone aiutate e incontrate sul loro cammino.


Far parte di una ong o essere un semplice volontario ultimamente in Italia è diventato un compito coraggioso, difficile e scomodo. I leoni da tastiera sono sempre dietro l’angolo. Sono momenti complicati per tutte le associazioni che con difficoltà e sacrificio vanno avanti senza perdersi d’animo e senza perdere di vista l’altro. Migliorare le condizioni di chi sta peggio di loro senza ricevere nulla in cambio, è questa la vera forza di chi si dona senza paura e senza pretese.




“Il volontario – scrive Papa Francesco nel suo messaggio per la Giornata mondiale del malato

 – è un amico disinteressato a cui si possono confidare pensieri ed emozioni; attraverso l’ascolto egli crea le condizioni per cui il malato, da passivo oggetto di cure, diventa soggetto attivo e protagonista di un rapporto di reciprocità, capace di recuperare la speranza... Il volontariato – conclude il Pontefice - comunica valori, comportamenti e stili di vita che hanno al centro il fermento del donare…”.




Abbiamo bisogno di segni concreti di solidarietà, soprattutto davanti all’indifferenza e all’individualismo. Non è da cristiani voltarsi dall’altra parte per nascondere ai propri occhi la sofferenza e il grido di aiuto dei poveri e degli emarginati.




Nel 2016 il Santo Padre parlando dell’importanza del volontariato sottolineò che “non c’è misericordia senza concretezza, voi siete la mano tesa di Cristo: ci avete pensato? Cari fratelli voi toccate la carne di Cristo con le vostre mani. Non dimenticatelo… ogni giorno, - continua Papa Francesco - spesso nel silenzio e nel nascondimento, date forma e visibilità alla misericordia. Voi esprimete il desiderio tra i più belli nel cuore dell’uomo, quello di far sentire amata una persona che soffre. Nelle diverse condizioni del bisogno e delle necessità di tante persone, la vostra presenza è la mano tesa di Cristo che raggiunge tutti”.



Ovunque ci sia una richiesta di aiuto: volontari, cooperanti e associazioni sono in prima linea con umiltà, dedizione e servizio disinteressato. L’opera di misericordia di chi si dona con umiltà e amore è il prolungamento di Gesù che si prende cura di chi soffre.



Roberto Pacilio
Redazione online

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