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Cappella di San Nicola, l'intervento del Custode del Sacro Convento di Assisi, padre Giuseppe Piemontese

di Roberto Pacilio

Per il restauro della Cappella di San Nicola, situata nel transetto settentrionale della Basilica inferiore di San Francesco in Assisi, si è dovuto attendere parecchi anni sia per la priorità e l'urgenza riconosciuta ad altre cappelle o affreschi a motivo della pesantezza dei danni, sia per la carenza di risorse economiche. Alla fine del 1999, i frati del Sacro Convento in accordo con l'Amministrazione del Comune di Assisi, nelle ricorrenze dell'VIII Centenario della Fondazione dell'Ordine Francescano e del VII Centenario Giottesco e in vista della candidatura di Assisi come Capitale Europea della Cultura nel 2019, decidevano di riaprire il “cantiere” di Giotto programmando alcuni eventi espositivi e il restauro della cappella di San Nicola, gioiello e primizia del linguaggio figurativo e spirituale della nascente cultura europea. Molti amanti dell'arte hanno potuto salire sui ponteggi e ammirare da vicino “i colori di Giotto” e dialogare con i restauratori all'opera.


A causa della crisi e dell'esaurimento delle risorse economiche, anche i lavori di restauro sono stati sospesi e i ponteggi sono rimasti in attesa di visitatori, che si trasformassero in Mecenati per il completamento di un'opera di valore mondiale.


Ultimamente una risposta generosa è venuta dalla Fondazione Generali, che si è resa disponibile a finanziare una parte cospicua del completamento del restauro. Il Sacro Convento, grazie a questa e ad altre collaborazioni e contando su fondi propri, può ora presentare all'ammirazione del mondo intero una splendida opera, la cui paternità è certamente da attribuire a Giotto. Oltre agli affreschi di Giotto, impreziosiscono la cappella le splendide vetrate, il monumento funebre a Giangaetano Orsini, gli elementi lapidei, le fini decorazioni, che hanno la loro data di nascita negli anni 1297-1300.


Ringraziamenti -A nome di tutti gli amanti dell'arte, esprimiamo la nostra gratitudine all'Amministrazione Comunale di Assisi, alla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, al dott. Stefano Camponovo, al dott. Sebastiano Romeo e in particolare alla Fondazione Generali, per la sensibilità artistica e il generoso sostegno finanziario. Senza di loro avremmo un bene culturale sulla via del degrado e noi saremmo tuttora privati dall'ammirare una così grande meraviglia. Un grazie particolare al prof. Sergio Fusetti, vero “angelo custode” del patrimonio artistico delle Basiliche francescane, e alla sua squadra di “ragazzi”, che con amore e professionalità, hanno realizzato il restauro. Un grazie alla Direzione Regionale dei Beni Culturali e alle Soprintendenze, che in costante dialogo col Sacro Convento, vigilano e ci aiutano a custodire i tesori d'arte. E un grazie a tutti coloro che anche in futuro vorranno sostenere economicamente, in forme liberali o istituzionali il Sacro Convento nella cura ordinaria e straordinaria del complesso della Basilica di San Francesco, degli oltre 10 mila metri quadri di affreschi del 200 e 300, dei ca. 2000 mq di decorazione lapidea, del Museo del Tesoro e della Biblioteca del Sacro Convento, visitati annualmente da oltre 4 milioni e mezzo di pellegrini e turisti amanti dell'arte.. Noi francescani abbiamo fiducia nella Provvidenza, e proprio per questo rivolgiamo un appello perché chi ama l'arte e San Francesco, diventi, secondo la proprie possibilità, strumento della Provvidenza per aiutarci a custodire e trasmettere questo patrimonio inestimabile alle future generazioni.


La Cappella - La cappella restaurata è dedicata a San Nicola di Mira, molto probabilmente il santo più venerato e popolare della storia del cristianesimo medievale e moderno. Giotto l'ha mirabilmente affrescata illustrando le storie, i miracoli e la fede del santo vescovo, patrono di bambini, ragazzi e ragazze, scolari, farmacisti, mercanti, naviganti, pescatori. A suo tempo si intuì come lo zelo e la carità del Santo vescovo di Mira, fossero vicini alla testimonianza del Poverello d'Assisi, per cui sembrò ovvio affiancare Francesco, alla santità e alla fama di Nicola, ampiamente venerato in Oriente e in Occidente


La riapertura al culto della cappella di San Nicola, dopo il delicato intervento di restauro degli affreschi, nell'anno della fede, vuole essere auspicio di quella “fede ecumenica” della Chiesa, che, come ebbe a dire il B. Giovanni Paolo II,” deve nuovamente tornare a respirare con i suoi due polmoni: quello orientale e quello occidentale”.


Roberto Pacilio
Redazione online

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