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Da Assisi l'appello per la remissione del debito ai paesi del sud del mondo

di Redazione

«Abbiamo scelto di lanciare l’appello per la remissione del debito proprio nello spirito di Francesco d'Assisi, ed è per questo che lo abbiamo fatto da Assisi. Se c'è una persona che possiamo considerare il più grande discepolo di Gesù che l'Occidente ha conosciuto, quella persona è Francesco: per me e per tutti noi è il modello di questo cammino». Con queste parole padre Alex Zanotelli aveva anticipato la conferenza stampa che si è tenuta questa mattina presso la Sala Stampa del Sacro Convento di San Francesco in Assisi nel numero di dicembre della rivista San Francesco patrono d’Italia, uscito oggi.

«È fondamentale lanciare questo messaggio da Assisi – ha proseguito padre Zanotelli durante la tavola rotonda –, la terra di san Francesco, che spogliandosi davanti al Vescovo, spiega che se avesse posseduto degli averi, avrebbe dovuto avere anche una lancia per difenderli. Francesco dà un messaggio "economico": ricchezza di pochi e industria delle armi sono strettamente legate.

Dobbiamo ascoltare il grido di sofferenza dei Paesi del Sud del mondo. Stiamo tradendo il Vangelo: come possiamo celebrare l'Eucarestia - in cui si spezza il pane - se non sappiamo condividere? Dobbiamo permettere a tutti di vivere una vita decente».

Alla tavola hanno preso parte anche fra Marco Moroni, OFMConv, custode del Sacro Convento di San Francesco in Assisi; don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale della Cei per i problemi sociali e il lavoro; don Tonio Dell’Olio, presidente della Pro Civitate Christiana; padre Alex Zanotelli, missionario comboniano; Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21; Flavio Lotti, presidente della Fondazione PerugiAssisi per la cultura della pace. A moderare l’incontro è stato Enzo Nucci, primo corrispondente Rai dal continente africano.

«Già col Giubileo del 2000 si chiedeva la remissione del debito – ha sottolineato fra Marco Moroni –, dopo 25 anni siamo tornati a dover fare lo stesso appello. I grandi della Terra hanno le orecchie chiuse davanti a tutto questo. Sono necessarie pressioni affinché si prendano delle decisioni. San Francesco, spogliandosi dei propri averi, ci fa comprendere che i beni della Terra appartengono ad ognuno, e lui per primo li lascia a tutti».

Del messaggio di papa Francesco per la Giornata Mondiale della Pace del 1° gennaio 2025 uscito oggi ha parlato don Bruno Bignami: «Il Santo Padre insiste molto sulla questione del debito: "il debito estero è diventato uno strumento di controllo, attraverso il quale alcuni governi e istituzioni finanziarie private dei Paesi più ricchi non si fanno scrupolo di sfruttare in modo indiscriminato le risorse umane e naturali dei Paesi più poveri, pur di soddisfare le esigenze dei propri mercati". La Cei insieme alla Caritas sta avviando un tavolo di lavoro per iniziative al fine di fare pressioni sulle multinazionali.

«Siamo nel mezzo della guerra dell'economia ingiusta – ha dichiarato Flavio Lotti –, perché le ingiustizie uccidono come le armi. L'Europa chiede di spendere più in armamenti e questo significa che stiamo allontanando consapevolmente dai problemi che invece dobbiamo risolvere. L'impunità sta distruggendo le basi della convivenza. Abbiamo necessità di contrapporre la fraternità a chi ci sta trascinando nei conflitti».

È arrivata da Beppe Giulietti la proposta della remissione del debito mediatico, legato a quello economico: «Una grande maggioranza dei Paesi poveri è fuori dalla comunicazione, non può rappresentare se stessa. Il digital divide aumenta sempre più».

«Il Papa apre il messaggio per la Giornata Mondiale della Pace con un paragrafo che si intitola "In ascolto del grido dell'umanità minacciata" – ha aggiunto don Tonio Dell'Olio –. Questo ascolto assume i contorni del debito mediatico che dobbiamo colmare. È necessario garantire una informazione corretta e dare voce a chi non ce l'ha.

Rispetto poi a 25 anni fa, oggi il debito dei Paesi poveri non è più ad appannaggio di quelli ricchi, ma dei privati ovvero delle multinazionali, che non hanno interesse a perdere profitto.

I migranti economici bussano alle nostre porte per chiedere pane e dignità, che è ciò che gli abbiamo tolto con lo sfruttamento».

La registrazione della conferenza stampa è disponibile a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=xV2IwoEC3fo


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