I Vescovi della Basilicata
di Redazione online
Nel 1954 toccò alla regione Basilicata portare, per la prima volta, l'olio ad Assisi. In seguito i pellegrinaggi si sono succeduti con ritmo regolare. Molti ricordano ancora il grande entusiasmo, che accompagnò il pellegrinaggio della nostra regione nel 1989. Quest'anno, il privilegio dell'offerta dell'olio al Santo di Assisi
tocca ancora a noi, in un momento segnato da serie difficoltà per le famiglie e per i giovani della nostra regione. Il mondo e la cultura dominante fanno volentieri a meno di Dio. Si vive e si pensa come se Dio non ci fosse. Occorrono persone che abbiano la piena consapevolezza di essere figli di Dio, amati da Lui e da Lui trasformati, perciò capaci di dare amore senza pretendere nulla e di vivere con la coscienza illuminata dalla verità, che è dono dello Spirito Santo nell'interiorità di ciascuno.
Adorare il Padre nello spirito e nella verità, come ricordava e insegnava San Francesco, è antidoto sicuro contro ogni dubbio ed incertezza, soprattutto in riferimento ai valori fondamentali che segnano il confine tra il bene ed il male ed impegnano nella costruzione del bene comune, della dignità di ogni persona, in particolare dei poveri, dei bambini, degli immigrati. Nessun uomo è padrone della verità, tanto meno può pensare di esserne il creatore.
Essa si realizza come uno svelamento luminoso e gratificante per la coscienza, anche attraverso la lettura sapiente degli eventi della storia e delle leggi della natura, che è opera di Dio Creatore. Lo spirito di fraternità conduce Francesco davanti al lupo di Gubbio, simbolo di ogni violenza sociale. Il Santo, gli andò incontro forte soltanto della fiducia in Dio, lo chiamò “frate lupo” e gli disse: “so bene che per fame tu hai fatto ogni male. Voglio fare la pace fra te e costoro. Ti faro dare da mangiare sempre”. Il lupo chiuse la bocca e divenne agnello. San Francesco diede la mano ed il lupo il piede (FF 1852).
Vale, questo esempio,
per tutti quelli che hanno bisogno di recuperare fiducia nelle leggi, di attuare il rigore della legalità e combattere, così, i mali più profondi del nostro meridione. Con la fede, che promuove giustizia e pace, si deve vincere la violenza. La fraternità si fa poi solidarietà da promuovere per tutto il nostro Sud, per il quale nuove leggi sul piano economico e politico non devono procurare ulteriore emarginazione.
Vale per tutti l'esortazione rivolta da San Francesco ai pubblici amministratori: abbiamo perciò carità e umiltà
e facciamo elemosine, perch l'elemosina lava l'anima alle brutture dei peccati (FF 192). Infatti, la gratuità
assunta come anima di un sistema possibile di relazioni economiche e sociali, oltre che delle relazioni tra gli
individui e tra le famiglie, diventa reciprocità, quando è necessario, restituzione, e, perciò, giustizia. In tal modo, l'economia della gratuità e della fraternità, riproposta dal Papa, rende tutta la società civile partecipe
del vero sviluppo (Caritas in Veritate, n. 38).
Il 4 ottobre, secondo la volontà del Parlamento italiano espressa ufficialmente nel 2005, sia per tutti e in onore di San Francesco, “giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse”. A tutti l'augurio e la benedizione di Francesco: “Il Signore vi dia pace” (FF 121).
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