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I vescovi incontrano la politica

di Redazione online

Si è svolto ad Assisi nella Sala Papale del Sacro Convento il convegno dal titolo “Umbria, bene comune, discernimento” presieduto da mons. Vincenzo Paglia. Una rifl essione coraggiosa sul presente ed il futuro della Regione Umbria. Il convegno mostra la necessità di trovare spazi di confronto, momenti nei quali le diverse istituzioni della regione si ritrovano non per parlare di se stesse, ma per rifl ettere sul futuro dell'Umbria. Durante l'incontro tra le Chiese diocesane e le autorità politiche, il Vescovo di Terni ha illustrato il ruolo della Chiesa nella società civile e la necessità/volontà di raggiungere il bene comune che supera l'interesse puramente egoistico dei singoli individui. «Le stesse istituzioni come spiega mons. Paglia e le diverse realtà regionali sono come ripiegate in una sorta di autoreferenzialità che fa perdere di vista il bene comune, la visione comune». Una Chiesa, quindi, attiva e concreta nelle questioni sociali che non deve invadere le competenze politiche. LA PLIS Mons. Paglia inizia il suo discorso citando il patriarca ecumenico Atenagora: “Noi uomini di Chiesa non siamo tenuti ad elaborare buone ricette politiche, ma a rammentare ai cristiani le loro responsabilità. Sono responsabili di fronte a Dio per tutti gli uomini. Debbono sapere che la preghiera e l'eucarestia implicano un impegno sociale, che un uomo nutrito dal sangue di Cristo deve impegnarsi [...] nell'opera di civilizzazione”. Un messaggio, questo, che riassume il senso dell'incontro e che si rifl ette anche nella realtà nazionale. «La Chiesa e la città per dirlo con le parole di mons. Paglia non si fronteggiano: sono in intima relazione, sono quasi “interne” l'una all'altra. La Chiesa è dentro la pòlis, come il lievito nella pasta; ma la Chiesa è anche oltre la pòlis perch indica ed opera verso una pòlis che non sarà mai altro che dono». Ogni cittadino e ogni cristiano ha il dovere e la responsabilità di “lavorare” per il futuro della propria comunità, città e regione. La Chiesa umbra vive la sua creatività e la sua energia per il bene comune della regione e dell'intera famiglia umana, un bene comune che si basa sulla dignità e sulla sua libertà dell'essere umano. «L'Eucarestia è principio e fondamento, forza e luce di rinnovamento della pòlis, della città. Così libertà, responsabilità, solidarietà e sussidiarietà raccontano ed illustrano aspetti della riforma che la forza dell'Eucarestia imprime alla pòlis, alla società». Il bene comune è il leitmotiv del discorso di mons. Paglia che in maniera diretta e concreta spiega l'importanza di questo concetto citando proprio il Concilio Vaticano II che nella dichiarazione Dignitatis Humanae afferma: “Il bene comune della società consiste soprattutto nella salvaguardia dei diritti della persona umana e nell'adempimento dei rispettivi doveri” e che adoperarsi per il bene comune “spetta tanto ai cittadini quanto ai gruppi sociali, ai poteri civili, alla Chiesa e agli altri gruppi religiosi, a ciascuno nel modo ad esso proprio, tenuto conto del loro specifi co dovere verso il bene comune”. L'ISOLA FELICE Altro punto focale del convegno è sicuramente la questione del “pensare”, un pensare insieme il presente per comprendere bene il futuro. Fare scelte giuste e opportune da proporre in sede politica. Bisogna guardare in faccia alla realtà con umiltà e coraggio, comprendere i punti deboli e i punti di forza di una regione che è in netta diffi coltà e che se non si rialzerà, smuovendo l'acqua stagnante che la circonda, rimarrà chiusa nella propria immobilità e arretratezza. proprio la Chiesa a segnalare questo allarme: “L'Umbria non è un'isola felice, sia per le infl uenze dall'esterno che per i suoi problemi endogeni. Le visioni sono scarse, le classi dirigenti sono deboli, la capacità di interpretare il presente in maniera prospettica è rara. E poi cresce la violenza, si rafforzano le chiusure, si rafforzano l'individualismo a tutti i livelli e la rassegnazione invade gli animi. E la società vive di inerzia, senza sobbalzi e impennate”. Perentorio arriva l'invito del Vescovo di Terni, se si vuol guardare al futuro dell'identità regionale umbra bisogna alzare i toni del “pensiero”: «Siamo chiamati a spendere le nostre energie intellettuali e spirituali per ridefi nire, per ritessere l'identità della nostra regione, che non è data una volta per tutte e neppure può sgorgare unicamente dalle istituzioni regionali. Una visione dell'Umbria che richiede oggi un confronto comune tra tutti, fra la politica, l'economia, la cultura, la famiglia, la Chiesa e così oltre». IL CAMMINO COMUNE Il convegno di Assisi ha messo a nudo quelle che sono le problematiche della regione Umbria: l'invecchiamento, la scarsa natalità, l'esodo dei giovani laureati, ma, soprattutto, la scarsa innovazione e crescita economica. “L'Umbria deve crescere se non vuole soccombere [...] è urgente chiedersi se dai livelli regionali e di tutti gli interessi della nostra realtà sociale possa venire una spinta per riprendere a crescere, per ridare opportunità a tutte le persone”. Bellissime le parole conclusive di mons. Paglia che auspica un cammino comune tra politica e Chiesa per un futuro migliore: « urgente che come Chiesa mettiamo a disposizione non solo i principi, ma con essi le nostre vite e le nostre esperienze [...]. Sono certo che su noi tutti, che cerchiamo il bene comune accettando di mettere in gioco ogni nostra cosa, non mancherà la benedizione di Dio e lo sguardo attento e benevolo di Francesco d'Assisi».
Roberto Pacilio


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