La Lampada votiva
Con l'avvicinarsi del VII centenario della morte di san Francesco (1926) il Consiglio di presidenza della "Fides Romana" lanciò un appello a tutti gli italiani perch esprimessero la loro unità spirituale attraverso il simbolo di una Lampada votiva che ardesse perennemente presso la tomba di San Francesco.
L'appello diceva: "Nel giorno sacro della gloria luminosa di Francesco d'Assisi, mentre il mondo cristiano già si appresta a celebrare l'Anno Centenario di Colui che fu definito il più Santo fra gli Italiani, il più italiano fra i santi, "Fides Romana" lancia un appello di concordia e di fede.
Una lampada votiva sulla Tomba di Francesco in una fiamma sola - come sulla Tomba di Dante - dalle cento Città e dai mille e mille Comuni della Patria.
All'architetto Ugo Tarchi fu affidato il compito di disegnare una lampada votiva e nei primi giorni del settembre 1937, inviò al padre Generale il disegno della lampada, con una dettagliata descrizione: “La lampada votiva, di m. 1,20 di altezza, e tutta in bronzo lucido ed argento. L'asse centrale, forgiato a croce, s'innalza dal centro della tazza che, nella sua forma semisferica simboleggia il mondo.
In alto, la turrita corona d'Italia reca, nei quattro scudetti, lo stemma di casa Savoia, il Fascio Littorio, la Lupa Romana e lo stemma della città di Assisi. Sull'orlo della coppa staccano contro il fondo luminose dell'alabastro le parole del verso dantesco: Altro non è che di suo lume un raggio. Al di sotto della coppa la frase dedicatoria: I Comuni d'Italia al Santo. Al di sopra della tazza, tre colombe d'argento sostengono col becco una corona di ulivo, sovrano e universale simbolo di pace”.
(dal libro La Tomba di San Francesco di P. Michele Millozzi)
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