La riscossa del paesaggio italiano parte da Assisi
“All'arrembaggio”. Il FAI suona la carica
della riscossa del paesaggio italiano, e lo
fa attraverso quella che appare come la
donazione di un Bene dal più alto valore
simbolico della sua storia. La Selva di San
Francesco ad Assisi, acquisita dal FAI grazie
a Intesa Sanpaolo, rappresenta al meglio
quell'armonica convivenza tra Uomo e
Natura che dovrebbe essere alla base di un
tipico, “normale”, intatto paesaggio italiano.
«San Francesco d'Assisi spiega la Presidente
FAI, Giulia Maria Mozzoni Crespi
portò un vero rinnovamento all'Italia. Lui
parlava con i fi ori, con gli animali, persino con
gli insetti, e il suo messaggio faceva riferimento
alla necessità che le persone diventassero consapevoli
del valore del paesaggio per la propria
esistenza. Un messaggio che coincide con quello
del FAI che, grazie a questa donazione, darà un
esempio concreto per far sì che tutti si rendano
conto di questo valore. Il nostro augurio è che
da oggi possa nascere un sole di consapevolezza
verso il paesaggio che, affi ancato da una
seria attività culturale, ambientale e turistica,
restituisca all'Italia il posto che le compete nel
panorama internazionale». Con una storia
lunga 800 anni, i 60 ettari della Selva di
San Francesco racchiudono infatti tutti gli
elementi del classico paesaggio italiano da
tutelare e difendere come bene prezioso
e irripetibile.
Il sentiero, cui si accede attraverso
un piccolo portone nella Piazza
della Basilica Superiore di Assisi, scende
lungo un tipico paesaggio umbro fatto di
alberi, frutteti e ulivi. Seguendolo, si scopre
un torrente che, in una grande ansa,
racchiude in fondovalle un complesso del
XII secolo del quale sopravvivono la Chiesa
di Santa Croce con l'affresco di una croce
senza il corpo di Cristo che la trasforma
in luogo per i credenti di tutte le religioni,
i ruderi di un convento benedettino, il trecentesco
Ponte dei Galli sul quale si dice
sia transitato Carlo Magno, e un antico
mulino in attività fi no al secolo scorso.
Insomma, ciò che san Francesco chiamava
il suo “chiostro”, luogo di passeggiate e
meditazione, oggi si pone come esempio
perfetto della necessità per tutti gli italiani
di salvaguardare ciò che abbiamo di più
prezioso: la bellezza del nostro paesaggio,
uno dei pilastri della nostra storia e identità.
Dopo gli interventi del FAI, il bosco,
gli alberi, gli edifi ci riacquisteranno la loro
identità originale grazie a un attento lavoro
di riqualifi cazione della vegetazione e
un restauro conservativo degli edifici.
Dopodich,
la Selva di San Francesco tornerà a
disposizione del pubblico. «Con la speranza
precisa il Direttore Generale Culturale
del FAI, Marco Magnifi co che i sei milioni
di turisti che ogni anno visitano Assisi possano,
dopo aver ammirato le opere di Giotto e Martini,
scoprire grandi emozioni anche nel bosco».
Il FAI, nel nome di san Francesco, ha lanciato
la riscossa. Agli italiani il compito di
raccogliere l'invito e di fare, ognuno, la
propria parte.
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