Lucio Dalla e Alda Merini: la musica di san Francesco
Lucio Dalla e Alda Merini hanno realizzato
questo progetto dal titolo “Francesco
canto di una creatura” di Alda Merini, a
cura di Arnoldo Mosca Mondadori, come
prima assoluta ad Assisi, il 25 ottobre
2008. Il Maestro Beppe D'Onghia ha accompagnato
con il suo “Nuork Quintet”
e con la presenza di Dalla (voce e tastiera),
l'attore Marco Alemanno.
La scenografi a
della Basilica Superiore di San Francesco è
stata il teatro naturale dove ha avuto luogo
il concerto-spettacolo. Il progetto ha ripercorso
a livello artistico, grazie alla scrittura
poetica della Merini e alla musica di Dalla,
la vita e la storia umana e mistica di san
Francesco di Assisi. Il tema centrale del
progetto è la ricerca dei motivi segreti che
costruiscono la felicità dell'uomo. Com'è
possibile incontrare Dio senza possedere
nulla e senza potergli dare nulla in cambio
se non la nostra fede? Perch Dio si
rivela ai poveri e agli emarginati? Qual è il
suo linguaggio segreto? Dove si nasconde?
Come pregarlo? Il progetto ha proposto i
grandi interrogativi della teologia e della
mistica cristiana, e portato attraverso l'arte
la storia del Santo in un presente che ci
riguarda e che ci interroga.
Il bisogno di
Francesco diventa quindi il nostro bisogno
di chiarezza, in un mondo dove i valori si
sono sovrapposti e confusi: Francesco ci
aiuta a ritrovare il senso e l'equilibrio della
nostra natura umana e divina.
«Il canto francescano di Alda Merini segue
una trama coerente che affi ora progressivamente
di pagina in pagina in una ideale
ripresa poetica dei testi antichi che descrivevano
la vita del Santo. Francesco parla in
prima persona e si rivolge agli uomini, si dice
“giullare di Dio”, “vertice di carità”, “liuto
del Signore”, “deserto di semplicità”».
Gianfranco Ravasi
«Vivere, amare e celebrare potrebbero essere
i verbi che accompagnano e tratteggiano la
poesia di Alda Merini. Quello che la Merini
ci presenta è come se fosse l'essenza stessa
del francescanesimo, non un amore infelice,
non un amore tranquillo, non un amore
paradossale, ma, per usare un'espressione
di Bruno Forte, dal suo testo “L'essenza del
Cristianesimo”, edito da Mondadori, quello
di Francesco è un “crocifi sso Amore”. Ed è in
questo Amore che riconosciamo la vita stessa
di Francesco. Scrive la Merini: “Io andrò
scalzo a salvare le fondamenta di Dio, ma
soprattutto voglio salvare il tuo volto, e celebrarlo
e scomparire nella profondità delle tue
mani”. Francesco “scompare” nelle mani di
Dio quando sull'Averna riceve su di s i segni
della passione, che Giotto ci ha proposto nel
ciclo della Basilica Superiore».
Enzo Fortunato
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