Mai così tanti presepi ad Assisi
In prossimità del Natale, Assisi ha ospitato i presepi più suggestivi ed emblematici mai realizzati. Rappresentazioni di ambienti bucolici e non che ritraggono
l'evento più importante della storia del cristianesimo. Mai così tante le riproduzioni come quest'anno; un impeto religioso che fi gura tra le iniziative culturali
più sentite per il Sacro Convento di Assisi. Le qualità di queste raffi gurazioni, vanno oltre il valore religioso, e si caricano di signifi cati storici e sociali.
CARLO ANGELETTI
Il presepe del Colle del Paradiso si impone per grandezza e suggestione sul prato antistante
la Basilica Superiore di San Francesco. Ideato da Carlo e Antonietta Angeletti
fi n dal 1995, è realizzato con la collaborazione di fedeli volontari. dedicato alla
memoria di Fra Magnino (Luigi Magna) che per tanti anni ha allestito il presepe che
ha fatto sognare tanti bambini.
MARCELLO DAGA
Frate del Sacro Convento, presenta il tema della natività, situato nella Basilica Inferione
nella cappella di sant'Antonio Abate. Propone l'importanza della regola nella vita
dell'uomo. Alla luce dell'VIII centenario dell'ordine francescano 1209-2009, “fratelli
miei benedetti, osserviamo la regola che abbiamo promesso al Signore”. Nel presepe viene
visualizzato questo gruppo di frati esortati ad osservare la regola.
ROBERTO JOPPOLO
Un gruppo scultoreo in bronzo, “lo stupore” nel volto di san Giuseppe è manifestata
tutta la meraviglia dell'umanità e la sua gioia nell'accogliere il Cristo che viene.
GUGLIELMO MARIOTTO
La natività di Guglielmo Mariotti, “L'attesa”, propone la fi ducia dell'uomo che attende Dio;
l'artista per la prima volta si cimenta in una scultura, il mondo del superfl uo è diventato
un'occasione per ripensare l'essenzialità della vita.
KURT LAURENZ METZLER
Eclettico presepe moderno, realizzato dall'artista Kurt Laurenz Metzler e promosso dall'Arch.
Alberto Bartalini e dal Sacro Convento di Assisi. Il presepe è stato in mostra nella
suggestiva Piazza Inferiore di San Francesco.
FRANCESCO ARTESE
Rappresentare il fatto più importante della storia umana è il tentativo
di dire la grandezza di un amore con le parole fragili e semplici
di un bambino, l'incontro gratuito, quindi veramente libero, che
Dio propone all'uomo. Inoltre, è l'apertura dello spazio umano
a tale incontro, che risuona dolci note nello stupore di una notte
vestita di luce. Ugualmente, nella notte di Greccio del 1223, il gesto
semplice del riportare al cuore (ri-cor-dare) la notte santa, compiuto
da un uomo con una tenerezza infi nita, sembra chiedere l'incontro
con Dio come se fi nalmente l'animo fosse pronto per accoglierlo.
Il presepe è la dimora non di un fatto accaduto e passato, ma di
un ricordo attuale, movimento del cuore che si fa scena per la Presenza
che cambia la vita. Franco Artese è una delle voci più rappresentative
della presepistica meridionale e, nello specifi co, di quella
monumentale.
Da anni cerca di riportare il fatto di duemila anni fa
alla sua semplicità originaria, costruendo la culla del Salvatore del
mondo nella civiltà contadina della sua Lucania del dopoguerra,
tra quella gente di pastori, contadini e artigiani che possono offrire
al Divino Bambino il nudo “sì” senza pretese, poche parole o
lunghi silenzi, dentro un incanto seminato di gioia. Quest'anno,
l'artista di Grassano (Mt) va alla radice di questa dimora. Non nella
notte di Betlemme, ma nella notte di Greccio, dove il piano dell'umano
si offre al mistero divino nelle mani del Poverello d'Assisi,
secondo il racconto delle Fonti, durante la celebrazione eucaristica,
tra i frati attoniti e un mondo riconciliato: un prigioniero liberato,
una donna lieta nelle doglie del parto, un mendicante che trova
ascolto di un cuore, un'anziana guidata da una dama gentile, la folla
che accorre con fi accole accese, vigilia di salvezza.
Nella grotta,
offerta secondo il racconto da Giovanni Velita e Alticama, Artese
ha voluto evidenziare l'affresco del convento di Greccio e gli affreschi
delle bellissime chiese rupestri del Sasso Caveoso di Matera
e al centro della scena la visione di Chiara che ad Assisi riuscì a
contemplare cosa avveniva quella notte nella Valle Reatina. Rappresentare
allora signifi ca ri-presentare il fatto antico e sempre nuovo,
l'immenso nell'umano, nella sua tenerezza, colto e annunciato
ai cuori di molti, dentro un presepe, angolo di vita che accoglie
l'Eterno.
Il presepe realizzato quest'anno per la Basilica Superiore
di San Francesco di Assisi si sviluppa su una superfi cie di circa 35
metri quadri. L'opera ospita 42 personaggi realizzati in terracotta e
vestiti con costumi dell'epoca medioevale. Artese ha esposto a New
York, Washington, Parigi, Lublino, Lubiana, Monaco, Betlemme,
Roma, Perugia, Milano, Verona, Assisi, Cosenza, San Martino Valle
Caudina, Benevento, Spoleto, Policoro, Tricarico, Varsavia e Grassano.
Su nomina dell'UNESCO dal 1999 è membro del Comitato
Scientifi co del Museo Mondiale della Natività di Betlemme.
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