Premio Televisivo “S. Chiara d'Assisi”
di Redazione onlineIl Premio Televisivo “S. Chiara d'Assisi”, istituito nel 1988 in collaborazione con la Curia diocesana guidata dal Vescovo Sergio Goretti, sorge ad opera di alcuni ideatori tra cui Mons. Vittorio Peri, primo Presidente. Lo scopo primario è stato sempre quello di dare concreta rilevanza alla proclamazione di Santa Chiara quale “patrona della televisione”, voluta il 14 febbraio 1958 da papa Pio XII alla luce dell'episodio della Messa di Natale del 1252 alla quale Chiara partecipò con radioso trasporto pur rimanendo, inferma, distesa nella sua cella: miracolo della Fede. Il premio biennale, giunto alla XI edizione, assegna un riconoscimento a reti televisive, autori, registi, conduttori che hanno trasmesso nel biennio programmi capaci di ispirare profondi valori spirituali e morali e di promuovere l'arricchimento interiore della persona. Particolare attenzione è stata data a quelle edizioni che erano in concomitanza con delle celebrazioni clariane: il 750 anniversario della morte della Santa (VI edizione); il 50 anniversario della proclamazione del patronato televisivo (X edizione). Il Premio è certo una piccola goccia nel vasto mare della comunicazione televisiva, ma la presidenza e i collaboratori che curano le edizioni del Premio ritengono che possa costituire un incitamento ed un sostegno morale a tutti coloro che operano nel settore per una svolta in senso qualitativo dei programmi televisivi. L'ormai ricorrente dibattito sul servizio radiotelevisivo circa il rapporto quantità/qualità dei programmi indica che tale svolta culturale e morale non può essere rinviata. per affermare con forza tale necessità che il Premio opera invitando gli operatori della comunicazione sociale anche a «evitare distorsioni della verità» (Giovanni Paolo II) e a riproporre con effi cacia i fondamenti umani e cristiani della nostra cultura. Chiara è fi gura sicuramente attuale e viva nella contemporaneità; ella è guida spirituale della comunicazione televisiva, oltre ad averci trasmesso il valore della povertà, del silenzio, della dimensione femminile. Sia quindi fulgido esempio per tutti noi che ci lasciamo vincere dalle avversità senza saper sollevare gli occhi verso quel Dio misericordioso e generoso che può darci la forza per affermare il bene.
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