Trentamila al Colosseo alla Marcia per la Vita In piazza San Pietro il saluto di Papa Francesco
di Redazione online
Al loro arrivo in Piazza san Pietro sono stati salutati da Papa Francesco, che al termine della Messa ha lanciato un appello per la difesa della vita e la protezione dell'embrione: «Invito a mantenere viva l'attenzione di tutti sul tema così importante del rispetto per la vita umana sin dal momento del suo concepimento». Si è conclusa così la terze edizione della Marcia per la Vita, organizzata domenica mattina a Roma, partita dal Colosseo e arrivata fino in piazza San Pietro.
IN PIAZZA - Secondo gli organizzatori in piazza erano 30mila. Palloncini colorati, tanti bambini, famiglie, striscioni, slogan, allegria, e perfino babbucce di lana per neonati. A prendere parte alla Marcia nazionale istituti religiosi, parrocchie e associazioni laicali pro-life. La manifestazione ha rilevanza mondiale e per questo sono presenti molte delegazioni straniere.
«LOTTA CONTRO LEGGE 194» - «La grande mobilitazione pro-life - afferma una nota degli organizzatori - si rivela ancora occasione di grande festa per la vita e di lotta contro l'ingiusta legge 194». Tra i partecipanti alla Marcia il cardinale Burke e numerosi parlamentari, tra cui Maurizio Sacconi, Giorgia Meloni, Maurizio Gasparri e Carlo Giovanardi. Prima della partenza ha preso la parola la portavoce della Marcia, Virginia Coda Nunziante, che ha ricordato come la lotta a favore della vita è anche a difesa dell'intera società, sottoposta a un'enorme e spaventosa crisi valoriale. Sono poi intervenuti i vari rappresentanti delle delegazioni straniere, tra cui Jeanne Monahan, presidente della imponente e storica March for Life di Washington. Tutti hanno ribadito l'importanza di lottare in tutto il mondo contro l'aborto in spirito di unità.
«AIUTARE DONNE A NON ABORTIRE» - In testa al corteo, dietro lo striscione con su scritto «Marcia nazionale per la Vita» anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. «È un segnale di grande sensibilità questa manifestazione - ha detto - perché al Colosseo si manifesta contro la pena di morte e quindi non si può non dire no alla strage degli innocenti. Sarebbe giusto attuare la legge 194 nella parte in cui si propone di aiutare le donne a non abortire per dare una mano a chi è in difficoltà». E a chi gli ricordava che dal Colosseo sono partiti diversi Gay Pride ha risposto: «Tutti meritano rispetto, anche gli omosessuali, ed essere contro ogni forma di omofobia, ma la famiglia come scrive la Costituzione è l'unione di un uomo e una donna, finalizzata al concepimento. Tutte le altre cose - ha concluso - vanno rispettate, finché stanno all'interno della logica della convivenza civile».
RADICALI: NON SI TORNA INDIETRO - «Oggi è l'anniversario del referendum sul divorzio del 1974 e voglio dire a coloro che partecipano alla "Marcia per la vita" che indietro non si torna, che la libertà di scelta è il vero valore della vita e che un Paese civile si giudica anche dalle leggi che ha su divorzio, aborto e fine vita». Lo ha detto Silvio Viale, presidente di Radicali Italiani. «Il 12 maggio resta inesorabilmente legato a quel referendum sul divorzio del 1974. Oggi più nessuno tornerebbe indietro, a prima di allora. Così pure per l'aborto, che ha permesso a milioni di donne e di uomini di fare le proprie scelte, senza essere costretti alla clandestinità. Nessuno ha mai imposto, né imporrà, un divorzio o un aborto ai "marciatori della vita", mentre dove decidono ancora loro, in gran parte dell'Africa, dell'America Latina e dei Paesi Arabi, al contrario impongono a tutti le sofferenze della loro morale. Ora, proprio mentre noi ci battiamo anche per loro per l'eutanasia legale, i marciatori per la vita - aggiunge Viale - dovrebbero opportunamente riflettere su quanto siano fortunati a vivere in un paese che gli potrà permettere di usufruire di aborto e divorzio, seppur nei limiti di leggi imperfette da migliorare. Sappiano, quindi, che, seppure si vada avanti con difficoltà, indietro non si torna». (Corriere della Sera)
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