Assunzione Maria: anticipo della resurrezione della carne
Assunzione, dormizione o transito?
di Roberta Barbi
È il più recente dogma introdotto nella dottrina cattolica, che come gli altri non impone la fede, ma la presuppone, codifica, cioè, una devozione già lungamente radicata. Si parla dell’Assunzione della Vergine, solennità festeggiata il 15 agosto probabilmente in ricordo della dedicazione di un’antica chiesa mariana a Gerusalemme e completa la devozione intorno alla Madonna, da Immacolata concezione a Madre ma Vergine, fino a che Ella torna nei cieli, nel posto accanto a Cristo cui era fin dall’inizio predestinata.
Assunzione, dormizione o transito?
Sono i tre termini con cui ci si riferisce alla vicenda che stiamo trattando. Assunzione è il termine dogmatico che la Chiesa attribuisce alla fine della vita terrena di Maria, mentre Dormizione è tipico della tradizione bizantina. In entrambi i casi, comunque, si sottolinea il passaggio da una dimensione corporale a una dimensione celeste, perciò si potrebbe anche parlare di “viaggio”. La tradizione liturgica siro-occidentale, infatti, parla di Transito della Madre di Dio, descrivendolo come motivo di gioia per tutta la creazione, e non momento di lutto o disperazione. In alcune rappresentazioni, per evidenziare la differenza tra la morte terrena e quella di Maria, viene raffigurata una piccola neonata in fasce che simboleggia l’anima della Vergine, consegnata agli angeli perché preceda il corpo in cielo.
La storia della solennità
La solennità ha origini orientali incerte. Nella tradizione bizantina è l’ultima festa dell’anno liturgico, che ha inizio con la Natività della Vergine, a sottolineare ancora una volta la centralità del ruolo di Maria nella storia della salvezza: è collocata nel mese di agosto, poco prima del tempo delle vendemmie e nel momento in cui gli alberi sono più carichi di frutti, e come tutte le grandi feste è preceduta da un digiuno di 15 giorni, annunciata da una vigilia e conclusa nell’ottava. Secondo le ipotesi più accreditate, già nel VI secolo a Gerusalemme si celebrava una festa mariana nel Getsemani, dove si credeva che Maria abitasse, durante la quale si chiedeva l’intercessione della Vergine per la guarigione da mali fisici e spirituali. La diffusione del culto si deve all’imperatore Maurizio, ma è solo sotto Andronico II che l’intero mese di agosto viene consacrato a Maria. In Occidente, invece, la festa ottiene nuovo impulso sotto il Pontificato di Sergio I che la celebra con una processione solenne fino a Santa Maria Maggiore.
Il significato della festa
Il corpo di Maria, avendo accolto e fatto nascere alla sua vita umana il Figlio, non può essere corrotto, non può morire: perciò la Vergine va in cielo con corpo e anima. Nella tradizione bizantina la sepoltura di Maria riunisce angeli e Santi, giusti, patriarchi, profeti e perfino gli apostoli, creando un parallelismo con la sepoltura di Gesù: lì era Nicodemo a occuparsi della sepoltura, qui invece troviamo, secondo la tradizione, l’apostolo Giovanni, a cui Gesù stesso aveva affidato Sua Madre dalla croce. Maria, simbolo dell’umanità redenta, viene accolta in cielo come sposa accanto a Cristo. Il grembo verginale che ha partorito il Verbo incarnato viene paragonato al cielo che ora accoglie in sé la Madre di Dio.
La rappresentazione iconografica
Nelle immagini classiche che accompagnano la solennità dell’Assunta o Dormizione, vediamo Maria al centro, addormentata su un letto funebre che è anche un altare cristiano. Attorno a lei sempre gli apostoli, tra cui spiccano Pietro e Paolo, uno da un lato e uno dall’altro, quasi ad essere la prua e la poppa di una nave il cui scafo è rappresentato dalla linea orizzontale tracciata dal corpo di Maria, che incontra quella verticale del corpo di Gesù che sta in cielo sopra di lei ad attenderla. Le due linee possono incontrarsi perché il Signore, nella sua immensa bontà, incontra, redime e salva l’uomo. L’incontro tra queste due linee, dunque, è vita, è sintesi tra Creatore e creatura. La nave rappresenta il viaggio di Maria da questo mondo al cielo e l’ingresso, che è per Lei diretto, nella gloria di Dio, ma simboleggia anche il viaggio della Chiesa verso la salvezza e la santificazione. VATICAN NEWS
Roberta Barbi
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