GAMBETTI: UNA POLITICA DELLA PACE IN MEZZO ALLE PIETRE DELLA VIOLENZA
NON TANTO DAL VECCHIO AL NUOVO ANNO, MA DALLE TENEBRE ALLA LUCE. DA UNA MENTALITA' MONDANA A UNA SAPIENTE
PROPONIAMO AI NOSTRI LETTORI ALCUNI SPUNTI DI RIFLESSIONE PROPOSTI DAL CUSTODE,PADRE MAURO GAMBETTI IN OCCASIONE DELLA VEGLIA DELLA GIORNATA MONDIALE DELLA PACE NELLA BASILICA INFERIORE DI SAN FRANCESCO.
La dinamica del regno di Dio spiegata dalla parabola appena ascoltata è la dinamica della storia dell’anno trascorso, della nostra storia? È questa la prospettiva dell’anno che si apre innanzi a noi?
Abbiamo poc’anzi ascoltato:
- i ladroni trattati con affabilità e amicizia, per la misericordia che Dio fa scendere in loro, smettono di operare il male e si mettono a servizio del regno di Dio;
- Papa Francesco, per l’anno che si apre, auspica la pace nel cuore dell’uomo, tra gli uomini e con il pianeta; anzi pensa che dove è praticata la politica della pace, che ben conosce le fragilità umane e se ne fa carico, in mezzo alle pietre della violenza la pace può sbocciare come un fragile fiore;
- il leoncello e il vitello pascolano insieme; il bambino gioca con il serpente velenoso; nessuno è corrotto o sleale; tutti agiscono secondo giustizia e con bontà… questa la visione profetica di Isaia, che si realizzerà quando la conoscenza del Signore riempirà la terra.
In tutti questi casi, quando lo Spirito di Dio fa vibrare nei cuori la Parola dell’Amore, l’umanità è redenta e la creazione si rinnova: amore, pace, gioia, benevolenza, mansuetudine, umiltà, mitezza, dominio di sé… sono i frutti che circolano e vengono scambiati nel regno di Dio.
È accaduto questo nella nostra vita? o: quando accadrà questo? È importante saperlo, perché il passaggio che conta non è tanto dal vecchio al nuovo anno, quanto piuttosto dalle tenebre alla luce, dalla mentalità mondana all’intelligenza del regno di Dio.
Certamente è stato gettato il seme in noi. Riflettiamo: i territori del mio cuore sono tutti evangelizzati?
Ad esempio: sicuramente ci è stato comunicato il Vangelo della misericordia. Ha colonizzato tutti gli anfratti del nostro cuore? Pensando a me, vedo delle aree non riconciliate: quando mi vien fatto un torto, non viene rispettata la parola data, gli impegni presi dai fratelli non sono assolti fedelmente… l’ira si accende in me e ho bisogno di invocare la misericordia, per divenire misericordioso e fare un’azione di misericordia, che è a un tempo giusta e buona. Così, chi mi incontra, non vede il giudizio nei miei occhi, perché non c’è più. Per il nuovo anno chiedo il frutto maturo della misericordia che lascia solo a Dio il giudizio.
Ancora: ti ho amato di amore eterno, tu sei prezioso ai miei occhi… questa Parola di Dio è cresciuta in me fino a produrre un chicco pieno nella spiga? Alla fine di questo anno io mi ritrovo con la consapevolezza che Dio è contento di me, non per quello che faccio, sempre imperfetto, ma per il pover’uomo che sono. Dio è contento di posare il suo sguardo su di me e di incontrare i miei occhi che lo cercano. Null’altro ormai dà valore alla mia esistenza. Così, chi mi incontra, mi conosce lieto. Per il nuovo anno chiedo che il sorriso di Dio su di me diventi il mio sorriso, su di me e sugli altri.
Infine, quante volte abbiamo sentito il saluto di pace! Pace a voi, dice il Risorto. Pace a te, pace a questa casa… In questo anno, è cresciuta in me la pace? Personalmente, penso di poter sottoscrivere la risposta che Piccarda dà a Dante nel III Canto del Paradiso. Nel cielo della Luna, il Poeta incontra le anime dei beati che sulla terra hanno pronunciato i voti religiosi ma non si sono mantenute fedeli ad essi per colpa di altri. E chiede a Piccarda:
“Ma dimmi: voi che siete qui felici,
disiderate voi più alto loco
per più vedere e per più farvi amici?”.
Cioè, non avete il desiderio di una condizione superiore ed essere più vicini a Dio? Come dire: ma non vorresti fare altro nella tua vita? Essere in un eremo, più vicino a Dio, invece che al Sacro Convento? Oppure essere a Roma, più vicino alle radici della fede, al centro della cristianità? O nel convento di Ravello dove lo spettacolo della natura ti trascina e t’immerge in Dio?
“Con quelle altr'ombre pria sorrise un poco;
da indi mi rispuose tanto lieta,
ch'arder parea d'amor nel primo foco:
«Frate, la nostra volontà quïeta
virtù di carità, che fa volerne
sol quel ch'avemo, e d'altro non ci asseta.
Chi è nella pace trasmette pace. Non vuoi essere altrove per essere più vicino a Dio e agli altri?
No, non desidero essere altrove. Anch’io dico lo stesso.
Ma poi, la risposta di Piccarda si articola ulteriormente per spiegare le ragioni della consonanza dei desideri dei beati con il volere divino , e conclude:
E 'n la sua volontade è nostra pace:
ell' è quel mare al qual tutto si move
ciò ch'ella crïa o che natura face»
E 'n la sua volontade è nostra pace: questa frase è posta all’ingresso dell’area del Santuario sul monte della Verna, dove Francesco ricevette le stimmate. Stare nella volontà di Dio è la pace ed è la porta di ingresso della beatitudine. Qui comincia il compimento del regno di Dio nei cuori. Per il nuovo anno chiedo di poter sperimentare nel corpo e nell’anima la volontà di Dio, il suo desiderio di amore che portò Gesù a sacrificarsi sulla croce senza consumarsi, per condividere fino in fondo la sua Vita.
Come accadono queste cose? Non lo sa il seminatore della parabola, non lo so io, non lo sa nessuno (credo). Ma una cosa ho imparato e posso testimoniare: se nel cuore accolgo il Verbo del Padre e lo custodisco, dopo un anno vedo gli effetti dell’azione dello Spirito di Dio, che fa crescere in me quel seme e produce il chicco pieno nella spiga, un frutto del quale anche gli altri possono godere.
Ringraziamo Dio e preghiamo gli uni per gli altri, perché siano copiosi i frutti del 2019.
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