La bellezza degli esercizi spirituali raccontata dai francescani secolari di Puglia
A Cassano la famiglia francescana ha trascorso giornate di intensa spiritualità
di Gelsomino Del Guercio"Questo deserto fiorirà". Ed effettivamente il deserto è fiorito a Cassano Murge, la località pugliese che ha ospitato gli esercizi spirituali dell'Ordine Francescano Secolare di Puglia. Giornate intense che all'inizio di settembre hanno rinfrancato i numerosi componenti delle fraternità pugliese, che rappresentano una quota importante nel totale dei francescani secolari italiani. Come racconta Vincenzo Bini, Ministro della Fraternità di Giovinazzo/SS Crocifisso, «Ci siamo fatti davvero un bel regalo in cui un ispiratissimo quanto instancabile Padre Antonio Cofano ci ha accompagnati in un entusiasmante percorso alla RI-scoperta della nostra vocazione di francescani secolari».
UNA SCOMMESSA VINTA
Una «scommessa vinta», la definisce Bini, «quella del Consiglio regionale che, nell’ambito delle iniziative di Ofspugliestate2017, ha proposto alle nostre fraternità qualcosa che forse mancava da troppo tempo: gli esercizi spirituali, acqua pura per le nostre anime reduci da un’estate rovente, ‘balsamo’ per i nostri cuori disidratati, energia per affrontare con rinnovato slancio il nuovo anno fraterno». Il viaggio spirituale ha avuto inizio «el deserto del profeta Osea (2, 16-26), il deserto in cui Mosè condusse per quarant’anni il suo popolo errante (Es. 3, 1-12) con lo sguardo rivolto verso il cielo; il deserto delle nostre vite, delle nostre fraternità, che possono diventare ‘luoghi di morte’ se non vi si entra con lo Spirito di Dio, se non ci lasciamo guidare ad occhi chiusi, con fiducia. Un cammino durante il quale ci è richiesto di liberarci da quegli orpelli che ci tolgono la vita, che ci impediscono di andare incontro al Signore...».
VOCAZIONE SENZA SOTTERFUGI
Nella seconda meditazione, «siamo entrati con decisione nel merito della nostra vocazione che non ammette ‘sotterfugi’, che non accetta ‘scorciatoie’. L’apostolo Paolo «ci esorta a “considerare la nostra chiamata”, a vivere la nostra vocazione “vantandoci nel Signore” (1Cor. 26-31). Come? Vivendo con fede il nostro deserto, andando incontro al fratello (sì, anche a quello ‘molesto’!), correggendolo amorevolmente, ma senza scendere a compromessi. Ciascun terziario faccia la sua parte, dia forza alla sua vocazione!»
L'ESPERIENZA DI FRANCESCO
La lode nell’esperienza di San Francesco. Nel terzo momento di riflessione, Padre Antonio ha guidati l'Ofs in un percorso di ‘lode’ e di ‘rendimento di grazie’ «e lo ha fatto - aggiunge Bini - passando attraverso la conversione di San Francesco, o meglio di Giovanni che, reduce dal suo ‘fallimento militare’, torna ad Assisi e si mette in ricerca della volontà di Dio, con l’aiuto delle Sacre Scritture, della Chiesa (nella persona del ‘suo’ Vescovo Guido) e dei suoi primi fratelli». Un percorso tortuoso, «un cammino di conversione attraverso un deserto che però, davanti al Crocifisso di San Damiano lo porterà a pregare: “Altissimo, glorioso Dio, illumina le tenebre del cuore mio...” a chiedere le virtù della fede, della speranza e della carità, a chiedere a Dio di manifestarsi nella sua vita».
SCELTI DEL DARE LODE AL SIGNORE
In sintesi, conclude il ministro della fraternità di Giovinazzo, «questi esercizi spirituali ci hanno chiesto di ripartire da Cristo: lui solo ci dà gioia, lui solo ci rende felici e con lui potremo rendere felici gli altri. Questa è la nostra vocazione: “Siamo stati scelti per dar lode al Signore”; siamo stati chiamati ad essere riconoscibili perché ‘portatori sani’ di questa gioia, di questo immenso amore di Dio che ha sacrificato il suo figlio prediletto per noi. Siamo stati invitati a ripartire dalla Croce, perché solo così - chiosa Bini - il deserto... fiorirà!».
Gelsomino Del Guercio
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