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La devozione di Potenza e Ravello per il beato Bonaventura

di Gelsomino Del Guercio
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C'è una devozione speciale nei confronti di un beato francescano, che ricade negli stessi giorni della festa di San Francesco d'Assisi, e per questo poco nota ma molto sentita tra Campania e Lucania.

Stiamo parlando della devozione per il beato Bonaventura da Potenza. Lo scorso 7 ottobre nel capoluogo della Basilicata è avvenuta l'accensione della lampada votiva alla presenza di numerosissimi fedeli e autorità.

LA BEATIFICAZIONE DI PIO VI

C'era anche una delegazione del Comune di Ravello, in Costiera Amalfitana, dove il 26 ottobre 1711 morì il frate e dove sono ancora custodite le spoglie nel convento di San Francesco.

E' stato proprio Ravello ad offrire l'olio per la lampada di fra Bonaventura da Potenza, proclamato beato da papa Pio VI nel 1775, che ancora oggi è un modello di perfezione evangelica, di ascesi, di santità.

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PRODIGI TRA COSTIERA E ISOLE

Nella cittadina costiera il frate potentino avrebbe terminato una lunga itineranza, spesa totalmente nel soccorso ai poveri e agli ammalati senza, tuttavia, far mancare una parola di conforto ai nobili che, con frequenza, si rivolgevano a lui.

Amalfi, Napoli, Sorrento, Capri e Ischia, sono solo alcune tappe di un itinerario spirituale, prima che fisico, volto all'imitazione di Cristo sull'esempio di San Francesco e costellato di eventi prodigiosi, prima di essere nominato Maestro dei Novizi nel Convento di Nocera Inferiore.

LE ORE DAVANTI AL SANTISSIMO SACRAMENTO

Il Beato, si legge su www.chiesaravello.it, era solito trattenersi per lunghe ore dinanzi al Santissimo. Sacramento, tra gemiti e lacrime, sia di giorno che di notte, avendo grande cura della lampada ardente che, con la sua fiamma, segnalava la presenza reale del Signore del Mistero Eucaristico.

Questa profonda immersione nel Mistero Eucaristico gli era facilitata a Ravello, dove la sua stanzetta versava, con la finestra, proprio sull'altare maggiore. Sempre ilare e giocondo, malgrado le pessime condizioni di salute, egli celebrava l'Eucaristia con grande emozione.

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ESTASI E PENITENZE

In prossimità della Consacrazione il volto si trasformava mentre lacrime e sudore bagnavano il frate in estasi.

I sui giorni trascorrevano all'insegna della preghiera, della confessione e della predicazione, "si macerava colle discipline, coi cilizi, e con altre penitenze" mentre, pur di sovvenire alle necessità degli ultimi, si privava anche del pane quotidiano, unico mezzo di sostentamento.



Gelsomino Del Guercio

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