La guarigione straordinaria dal tifo: il miracolo di fra Tommaso da Olera
di Gelsomino Del Guercio
Nel Veneto i frati Cappuccini arrivarono con padre Paolo da Chioggia. Il loro primo Capitolo provinciale si tenne a Schio nel 1537, sotto una "nogara" (noce): 12 frati, come gli apostoli. A Schio si costruì uno dei primi conventi usando "vimini e creta".
Tra i cappuccini più famosi si conoscono i santi Lorenzo da Brindisi (+ 1619) e Leopoldo Mandic (+ 1942). Eppure c'è un altro frate, meno conosciuto rispetto a questi due, ma verso cui si nutre in Veneto una devozione profonda. Si sta parlando di fra Tommaso da Olera (+ 1631).
FAMA DI SANTITA'
La devozione è giustificata dal fatto che il beato Tommaso sarebbe l'autore di numerosi miracoli e viene spesso invocato nella disperazione. La sua missione lo portò a Padova nel 1618, dove svolse la mansione di portinaio del convento, e poi a Conegliano, in cui ritornò alla pratica della questua. Successivamente trascorse gli ultimi anni della sua vita in Trentino Alto Adige.
Ma fu in Veneto che iniziò a diffondersi la fama di questo cappuccino, originario della provincia di Bergamo. Già in vita ricevette stima e richieste d'aiuto da parte di numerose persone, che certificavano grazie dopo averlo incontrato. E così fu anche dopo la morte. Uno di questi miracoli è stato al centro della causa di beatificazione di fra Tommaso.
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IL MIRACOLO
Si tratta, come si legge su www.fratommaso.eu della guarigione rapida, completa e duratura, del Sig. Valerio Bortolo Valentino, da gravissimo ileotifo, complicato da polmonite ipostatica in bronchite diffusa, con miocardite e febbre a 40°, con imminente pericolo di morte.
Valerio Bortolo Valentino, nato a Thiene (VI) il 10 febbraio 1875, contadino, sposato e padre di nove figli.
Nel gennaio del 1906, all’età di 31 anni, si ammalò di una grave forma di ileotifo, allora molto diffuso. Lo stato clinico del paziente e l’evoluzione del male furono certificati dal primario dell’ospedale locale e dal medico condotto, i quali dopo varie visite diagnosticarono una grave forma tifoide con varie complicanze.
LA GUARIGIONE
Dopo 15 giorni di malattia, le condizioni del paziente precipitarono il 29 gennaio con uno stato di agonia. Fu chiamato il sacerdote per gli ultimi sacramenti ma durante la notte il paziente cominciò a stare meglio. Il giorno seguente il medico condotto constatò la scomparsa della febbre, mentre il miglioramento delle condizioni di salute si consolidò nei giorni successivi in una completa ripresa senza ulteriori esiti.
All’epoca dei fatti non vi era alcuna terapia specifica per il tifo, che infatti mieteva molte vittime.
Accadde che la sera del 29 gennaio un’immagine di fra Tommaso Acerbis da Olera venne posta sotto il capo di Valerio Bortolo Valentino accompagnata dalle preghiere di padre Gerardo da Villafranca Veronese che esortò la famiglia e gli amici a pregare con fede l'allora Servo di Dio affinché intercedesse per la guarigione del loro caro ammalato.
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IL DECRETO
Dopo aver raccolto tutte le prove e le testimonianze, lavoro svolto nell’Inquisizione Diocesana di Bergamo che si svolse dal 20 ottobre 2006 al 3 ottobre 2007, queste vennero esaminate dalla Congregazione delle Cause dei Santi fino ad accertare come scientificamente inspiegabile la guarigione ed attribuendola all’intercessione del venerabile Tommaso da Olera.
Il 10 maggio 2012 Papa Benedetto XVI firma il decreto che riconosce il miracolo autorizzandone la Beatificazione che avverrà il 21 settembre 2013 a Bergamo, celebrata dal Card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi in rappresentanza di Papa Francesco.
Gelsomino Del Guercio
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