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Mons. Bassetti : 'Pellegrini dell'anima per confessare la fede e testimoniare la carità'

di Redazione online

La Chiesa in Umbria, in comunione con la Chiesa Italiana, ha raccolto l'invito di Papa Benedetto XVI a vivere l'Anno della fede (con la lettera apostolica Porta fidei), avviatosi nell'ottobre scorso.

Come Vescovi delle otto diocesi dell'Umbria sentiamo viva la preoccupazione della crisi di pensiero, di costume, di valori che stringe le nostre famiglie, in modo particolare i giovani, «a motivo di una profonda crisi di fede che ha toccato molte persone» come ci ricorda lo stesso Pontefice (Porta fidei, 2).

Come Chiese particolari umbre abbiamo, in quest'anno 2013, due provvidenziali circostanze per vivere in modo più comunitario l'Anno della fede e per tentare di rispondere concretamente, almeno in parte, a tale preoccupazione nel sentire comune. Due circostanze legate al patrimonio spirituale delle nostre Diocesi, conosciuto e apprezzato dal mondo intero:

1. Prima circostanza: la Chiesa di Orvieto-Todi celebra, da domenica scorsa 6 ?gennaio, un Giubileo eucaristico, nel ricordo del noto miracolo di Bolsena avvenuto 750 anni or sono;

2. Seconda circostanza: il 4 ottobre 2013 la nostra Regione Umbria sarà di turno alla basilica di San ?Francesco in Assisi, per accendere la lampada votiva con cui l'intera nazione, rappresentata ogni anno da una regione, rende omaggio al Santo Patrono d'Italia.

Da questi due momenti, che vedranno coinvolte sia le comunità ecclesiali sia le autorità civili (specie per l'accensione della lampada al Patrono d'Italia), vorrei delineare tre indicazioni sia in ottica pastorale sia in ottica sociale-culturale, perché queste tappe non rimangano isolate, ma segnino il cammino delle nostre Chiese, della nostra terra umbra:

a) Prossimità della fede. S. Francesco è stato credibile e creduto perché si è posto accanto ai lebbrosi e ai poveri, facendosi forza nell'abbracciare la croce di S. Damiano. A distanza di otto secoli la figura di S. Francesco continua a essere viva e attraente; con la medesima energia, volontà e umiltà siamo chiamati a farci prossimi verso i fratelli provati da qualunque tipo di indigenza. La confessione della fede sarebbe ben poco credibile se non si coniugasse con la testimonianza di carità. Ci chiama ad essa in modo speciale il periodo di crisi sociale, economica e occupazionale che colpisce anche la nostra regione. La confessione della fede non è solo adesione a una dottrina, ma è prossimità alle persone, così come ha vissuto Cristo e, di riflesso, S. Francesco.

b) Ridare senso al tempo. Chi di noi non ha dubbi e incertezze (e non dobbiamo sentirci lebbrosi, perché dubitiamo)! A volte, però, sono gli stessi dubbi che ci costringono a fermarci, a pensare, a vivere il tempo e la quotidianità da un'altra prospettiva. Così com'è accaduto per il sacerdote che, fermatosi a Bolsena nel 1263, non credeva all'eucaristia come corpo di Cristo, sanguinando nelle sue stesse mani. È proprio nell'Eucaristia, specie nella S. Messa domenicale, che troviamo il cuore per ridare senso alla nostra vita di cristiani e le ragioni di speranza per il nostro presente e futuro. S. Francesco ci viene in aiuto: uomo evangelico ed eucaristico, egli può essere per noi guida sicura sia per riscoprire il senso della fede sia per rinnovare il nostro amore all'Eucaristia (in modo particolare nell'adorazione sempre più riscoperta).

c) Pellegrini nella carità. In quest'anno vivremo insieme i due pellegrinaggi: ad Assisi con la data d'obbligo e ad Orvieto per il giubileo eucaristico. Mettersi in cammino, sulla strada, è sempre una responsabilità (mai una passeggiata). Oggi, purtroppo, sentiamo sempre più usare l'espressione “rischio di finire sulla strada…” dice l'imprenditore, l'operaio, l'impiegato, ecc. La nostra fede è credibile se si coniuga con la carità, come al tempo di S. Francesco così per la nostra società odierna, per le nostre diocesi e parrocchie. L'anima di tante persone è sempre più sola, persa, abbandonata. Come cristiani, ogni giorno, sentiamo la necessità per il bene nostro e degli altri nel farci pellegrini a ogni persona.

La vita di S. Francesco è un perpetuo stimolo a farci pellegrini dell'anima al fianco di ogni persona, nutriti con la forza dell'Eucaristia e resi veri dalla carità che ci fa testimoni.

+ Gualtiero Bassetti
Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve
Presidente della Conferenza Episcopale Umbra


Redazione online

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