Mons. Perego (Ferrara), “il cristiano si riconosce perché condivide le sofferenze”
“Tradizione e osservanze legali non servono a riconoscere il cristiano: il cristiano si riconosce perché ‘porta le stimmate nel suo corpo’, cioè condivide le sofferenze, i sentimenti di Gesù Cristo”. Lo ha detto l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Gian Carlo Perego, nell’omelia della messa che ha celebrato stamani, nella memoria delle stimmate di san Francesco, nel monastero delle Clarisse. “Per ricordare questo episodio straordinario, avvenuto a La Verna, nel settembre del 1224, il popolo di Ferrara ha costruito quattro secoli fa, nel centro della città, una chiesa, con un quadro dipinto dal Guercino nel 1632, oggi riscoperto e in via di restauro per essere presentato in mostra”, ha ricordato il presule. Che ha evidenziato come “la novità cristiana è chiaramente impressa nelle stimmate, nella sofferenza e nella morte di Gesù per noi, ma anche nella nostra sofferenza e nel dono della vita per il Vangelo”. Citando la pagina del Vangelo di Luca, mons. Perego ha sottolineato che “ci fa capire che le stimmate sono il segno dell’incorporazione a Cristo, il segno del nostro Battesimo, ma anche il segno del servizio, della testimonianza, della consacrazione, della spogliazione, del dono della vita”. Dall’arcivescovo, quindi, l’invito a “non fermarci al segno del Crocifisso”, ma a “sentirlo e vederlo come un impegno per vivere il nostro Battesimo, la nostra consacrazione, come un cammino di incorporazione a Cristo”. AGENSIR
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