Nuovi Santi nominati dal Papa. Frati Assisi: La Carità segno di speranza
Come stiamo spendendo la nostra vita? Quali sono i valori che ci guidano nel cammino
di Antonio Tarallo
Ogni volta che si canonizzano nuovi santi, è una festa della Chiesa. E non solo. E’ anche una festa nel Paradiso. Possiamo anche immaginare il grande e luminoso momento in cui tutti i Santi riescono a fare festa, mentre sull’altare si celebrano i loro nomi, le loro vite, tutte spese alla sequela di Cristo, del Vangelo. Quello che è accaduto ieri, a piazza San Pietro, è segno di speranza e di amore, in tempi - come quelli che stiamo vivendo - in cui i due sostantivi sembrano oscurarsi dalle notizie che ogni giorno ci propinano giornali, televisioni, e social media. La canonizzazione di nuovi cinque santi ci fa riflettere non solo sul cammino della Chiesa (come istituzione), ma su ogni nostro passo in questa vita. Come stiamo spendendo la nostra vita? Quali sono i valori che ci guidano nel cammino - non facile, bisogna dirlo - su questa terra? Questo, in fondo, è la canonizzazione di nuove figure che vedremo celebrare sul nuovo calendario liturgico. Le biografie dei santi di ieri - ricordiamo i nomi: madre Vannini, il cardinale John Henry Newman, suor Mariam Thresa Chiramel Mankidiyan, suor Dulce Lopes Pontes, e di Margarita Bays - ci dicono che il percorso di santità è possibile, ed è via accessibile a tutti, grazie all’impegno quotidiano, fatto di “piccole cose” - come direbbe il poeta Gozzano - ma non di “pessimo gusto”, come continua nella sua poesia “L’amica di nonna Speranza”, bensì di episodi “luminosi”, di passi verso il Cielo. E il Cielo, si sa, si costruisce su questa terra, come ci hanno insegnato i nomi che da ieri avranno un “titolo” prima, quello di “san” o “santo”, come preferite. Prendiamo ad esempio, Santa Giuseppina Vannini, religiosa, donna di fede, dinamica, di grande carità verso i malati e gli anziani, che nonostante i suoi problemi di salute, fu lungimirante nella fondazione di case dell’ordine da lei stessa fondato “ Le Figlie di San Camillo” , riuscendo così a diffondere l’istituto in varie parti d’Italia, in Francia, Belgio e in Argentina. Muore nel 1911, eppure il suo è un carisma ancora attuale nella Chiesa, e soprattutto nella società, grazie alle religiose dell’ordine che hanno portato avanti, nel tempo, la sua opera. Bellezza della continuità della santità, che non si ferma, perdura e continua a dare semi di speranza, e bellezza. E di bellezza, se n’è occupato - non poco - un altro santo come il cardinale Henry Newman (tra l’altro anche poeta) che ha vissuto la sua conversione al Cattolicesimo (provenendo dalla Chiesa Anglicana), grazie a un cammino del tutto particolare. Il suo è stato un percorso alla strenua ricerca della verità, e si è poi “arreso” a quella Verità del Vangelo, incarnata sì in Cristo, ma in ogni Uomo sofferente. Da questo, ecco tutto il suo lavoro di riflessione sul tema della giusta formazione delle coscienze. Solo da una buona coscienza, in fondo, può esserci una buona carità.
Fa un certo effetto che tutte le biografie dei “santi novelli” abbiano in comune la parola “carità”. Ci deve far riflettere non poco, questo dato di fatto. Carità e Dio, sono la stessa cosa. E - possiamo bene evidenziarlo - San Francesco ci ha dato uno strumento di riflessione e di azione soprattutto di non poco conto: la sua stessa vita. Se ci pensiamo bene, gli stessi santi sugli altari di ieri, possono essere ricondotti proprio al santo di Assisi. Perchè? Perchè in ognuno di queste nuove aureole splende un seme della Carità di Francesco. Quasi come fosse una distribuzione di doni e carismi che dall’ “alter Christus” piovono - magari per vie imprescutabili, ovviamente - nelle vite più nascoste, o in quelle più evidenti. San Francesco ci ha lasciato - chiaro - l’insegnamento che il Vangelo passa per la Carità. E dunque, questi nomi che prima erano solo nomi (mi sia perdonata l’anafora), grazie al loro sposalizio proprio con la Carità, ci danno testimonianza che il Vangelo non è semplicemente “parola scritta”, ma viva e concreta, giorno dopo giorno. E, sempre giorno dopo giorno, nascono così i santi, come in quel fine 1100, quando ad Assisi, nacque una “luce gentile tra le oscurità del mondo”. Così come papa Francesco ha denominato i nuovi santi, ieri.
Antonio Tarallo
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