Ripartono i lavori di costruzione per la Sagrada Familia. La storia del monumento simbolo di Barcellona
di Antonio Tarallo
La Sagrada Familia, monumento simbolo di Barcellona mai del tutto ultimata, potrà finalmente vedere la sua realizzazione definitiva. Questa è la notizia. Attesa da tempo, forse troppo. E’ monumentale la basilica, imponente e grandiosa, una sorta di vera metafora del “Regno dei cieli”: la vastità delle cupole, i torrioni che sembrano sfiorare il cielo, visibili da tutti i fedeli e i turisti di Barcellona, fanno di questa chiesa-monumento una delle attrazioni più belle della città catalana. Il Comune della famosa città, dopo trattative durate per decenni, ha concesso il permesso alla fondazione che gestisce la basilica – cominciata a costruire nel 1882 – di ultimare i lavori di costruzione del famoso monumento, opera di Gaudì.
La monumentale opera religiosa, era stata ideata e promossa, originariamente, dall’Asociación de Devotos de San Josep, Associazione spirituale dei devoti di San Giuseppe: l’opera doveva essere rigorosamente finanziata dalla donazioni dei fedeli. Nel 1881, grazie proprio alle donazioni, l’Associazione acquistò un terreno di 12.800 metri quadrati, per la costruzione del tempio. Ma soltanto il 19 marzo 1882, giorno di San Giuseppe, fu posata la prima pietra.
Il progetto originario non era di Gaudì
Bisogna comunque precisare che la prima pietra è stata posata non dal famoso architetto, bensì da un tal Francisco de Paula del Villar y Lozano, a cui era stato affidato originariamente il progetto. Solo nell’anno successivo, a seguito delle dimissioni del Villar y Lozano, il progetto passò nelle mani di Antoni Gaudì. All’epoca, nel 1883, l’architetto Antoni aveva solo 31 anni. Possiamo solo immaginare l’emozione del giovane, per la nuova importante realizzazione a cui era stato chiamato, imponente, e così ricca di significato. Per Gaudí, la basilica rappresentava un traguardo da raggiungere, una sorta di “tormento ed estasi”, per fare un confronto con Michelangelo della Cappella Sistina. Il lavoro della progettazione durò ben 40 anni, con ripensamenti, innovazioni, nuove strade architettoniche da seguire. Un work in progress che occupò l’architetto fino alla fine della vita. Gaudí modificò radicalmente il progetto iniziale, in stile neogotico, tanto che dai disegni originali di Villar y Lozano, a quelli poi in fase d’opera di Antoni, le differenze (e soprattutto gli arricchimenti architettonici) sono ben evidenti, seppur – proprio per la sua opera completamente “in fieri” – non è possibile parlare di disegni “definitivi”. La parte costruita da Gaudí è stata dichiarata “Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO”, nel 2005.
Dal 1914 in poi, Antoni Gaudí ha smesso di eseguire lavori civili e si è concentrato esclusivamente sulla costruzione di questo tempio. Il 30 novembre 1925 fu completata la costruzione del primo campanile della facciata della Natività. Ed è l’unico che Gaudí vide costruito, poiché il 10 giugno 1926 morì a causa di un tragico incidente avvenuto tre giorni prima, quando fu investito da un tram. Infine, la facciata della Natività fu completata nel 1930.
Il bosco immaginario
Gaudí progettò l'interno della SagradaFamilia, ispirandosi alla struttura di un bosco, con colonne a forma di alberi che vanno ad aprirsi in alto, in modo da formare dei rami. Sono questi a sostenere la struttura a volte iperboloidi intrecciate. Le colonne sono inclinate in modo da ricevere al meglio la pressione perpendicolare alla loro sezione. Le bellissime vetrate fanno vivere al fedele una vera e propria estasi di luce, un gioco di colori, degno del Paradiso.
I simboli della Sagrada Familia
Antoni Gaudí, che voleva creare il tempio perfetto, presenta la vita di Gesù e la storia della fede. Le 18 torri sono dedicate a figure importanti della Bibbia, come rispecchiato nelle dimensioni: dodici di esse rappresentano gli apostoli, 4 gli evangelisti, uno la Vergine Maria e la più alta di tutte Gesù Cristo, che sarà sormontata da una croce. Una volta completata, la Sagrada Familia sarà l’edificio più alto di Barcellona e la chiesa più alta del mondo.
Antonio Tarallo
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