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Scopri la storia del crocifisso parlante di santa Brigida, patrona d'Europa

di Antonio Tarallo

Il silenzio nella maestosa basilica papale di San Paolo fuori le Mura, vive di una sacralità che difficilmente può essere vissuta in altre grandi basiliche. Il silenzio nella maestosa basilica papale di San Paolo fuori le Mura, vive di una sacralità che difficilmente può essere vissuta in altre grandi basilichee. La chiesa romana che custodisce la tomba dell’apostolo Paolo, è sacra e rigorosa, maestosa e – al contempo – vestita di umiltà. Proprio in questo contesto così particolare, pochi sanno, è custodito uno dei crocifissi più importanti per la storia biografica dei santi. Un crocifisso che è anche capolavoro ligneo, estremamente espressivo. Il volto del Cristo, è sì sofferente, ma esprime un’accettazione della volontà del Padre, tutto racchiuso in uno stato di filiale abbandono che tanto ricorda quello di un bambino nelle braccia della madre. Il Crocifisso di cui stiamo parlando è quello che la tradizione vuole abbia parlato a Santa Brigida.

La storia di santa Brigida 

Brigida, è nata nel 1303, a Finster, in Svezia, una nazione del Nord-Europa che da tre secoli aveva accolto la fede cristiana con il medesimo entusiasmo con cui la santa l’aveva ricevuta dai suoi genitori. La biografia della santa è davvero straordinaria. Felicemente sposa del governatore Ulf, Brigida vedrà il suo matrimonio durare ben ventott’anni. Da queste nozze nacquero otto figli, di cui la secondogenita, Karin (Caterina), è venerata come santa. Una famiglia alla stregua di quella di Nazareth, una vera “chiesa domestica”. Insieme con il marito, adottò la Regola dei Terziari francescani. Praticava con generosità opere di carità verso gli indigenti; fondò anche un ospedale. Accanto alla sua sposa, Ulf imparò a migliorare il suo carattere e a progredire nella vita cristiana. Al ritorno da un lungo pellegrinaggio a Santiago di Compostela, effettuato nel 1341 insieme ad altri membri della famiglia, gli sposi maturarono il progetto di vivere in continenza; ma poco tempo dopo, nella pace di un monastero in cui si era ritirato, Ulf morì. Quando Brigida rimase vedova, iniziò il secondo periodo della sua vita. Rinunciò ad altre nozze per approfondire l’unione con il Signore attraverso la preghiera, la penitenza e le opere di carità. Anche le vedove cristiane, dunque, possono trovare in questa Santa un modello da seguire. Si stabilì presso il monastero cistercense di Alvastra. Qui ebbero inizio le rivelazioni divine, che l’accompagnarono per tutto il resto della sua vita. Esse furono dettate da Brigida ai suoi segretari-confessori, che le tradussero dallo svedese in latino e le raccolsero in un’edizione di otto libri, intitolati “Revelationes” (Rivelazioni). A questi libri si aggiungerà un supplemento, che ha per titolo appunto “Revelationes extravagantes” (Rivelazioni supplementari). Le Rivelazioni di santa Brigida presentano un contenuto e uno stile molto vari. A volte la rivelazione si presenta sotto forma di dialoghi fra le Persone divine, la Vergine, i santi e anche i demoni.

Brigida e la Passione, il Giubileo del 1350


In questo dialogo con Dio, col Cristo, e coi santi, trova una particolare attenzione la Passione di Cristo. Verso questa, Brigida, ebbe sempre una devozione privilegiata, contemplando in essa l’amore infinito di Dio per gli uomini. Nel suo libro Revelationes si legge: “O miei amici, Io amo così teneramente le mie pecore che, se fosse possibile, vorrei morire tante altre volte, per ciascuna di esse, di quella stessa morte che ho sofferto per la redenzione di tutte”. E’ lo stesso Cristo a rivelare a Brigida, queste parole. Nel 1349 Brigida lasciò per sempre la Svezia e si recò in pellegrinaggio a Roma. Non solo intendeva prendere parte al Giubileo del 1350, ma desiderava anche ottenere dal Papa l’approvazione della Regola di un Ordine religioso che intendeva fondare, intitolato al Santo Salvatore, e composto da monaci e monache sotto l’autorità dell’abbadessa. 

Il Crocifisso parlante


Fu proprio durante questo pellegrinaggio, che accadde l’episodio del Crocifisso “parlante”. Era in preghiera, qui, con la figlia Caterina. Poco dopo, Brigida andò in estasi. Le “rivelazioni” avute in quel momento, saranno racchiuse nelle “Quindici Orazioni della Passione”, la cui devozione avrà poi grande diffusione.  Ancora oggi, chi entra nella basilica, si trova di fronte allo stupendo crocifisso ligneo, opera di Pietro Cavallini. La cappella è posta a fianco dell’abside, ed è denominata “Cappella del SS. Sacramento”. Fu fatta costruire in occasione del giubileo del 1725, dopo 375 anni dal prodigioso accadimento. 

La cappella si presenta ancora oggi nelle forme barocche originarie. Sopra l’altare è posto il famoso crocifisso e, in una nicchia angolare al lato sinistro, è riprodotta la statua di Santa Brigida. E’ raffigurata in ginocchio, protesa verso il crocifisso. E’ l’istantanea scultorea di quel momento che visse la santa svedese, e a noi                         – spettatori di Oggi – non rimane altro che immaginare l’espressione del volto della santa. Quella del Cristo, è impressa in quel legno, oggetto di devozione, di preghiera di molti fedeli.


Antonio Tarallo

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